Nel cuore dell’inverno, gli spazi verdi, fantasmi diventati grigi, rappresentano un paradiso perduto. Durante tutto l’anno, in realtà, la mancanza di verde colpisce moltissimi abitanti delle città.
Sarebbe semplicissimo se potessimo mettere in pratica il famoso precetto di Alphonse Allais: “Le città dovrebbero essere costruite in campagna, lì l’aria è molto più pulita. » La questione, però, è molto seria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane e si prevede che questa percentuale raggiungerà il 68% entro il 2050, quando le città ospiteranno 7 miliardi di persone.
Tuttavia, questa vita cittadina è accompagnata da un corteo di fastidi, ha sottolineato l’OMS nel 2021: alloggi inadeguati, problemi di gestione dei rifiuti, aria inquinata, rumore, contaminazione dell’acqua e del suolo, isole di calore urbane, mancanza di spazi per l’attività fisica, rischio di trasmissione di malattie infettive, ecc.
Il secolare legame che l’uomo ha instaurato con la natura si è, infatti, notevolmente indebolito, quando non addirittura spezzato. Nel 2023, l’OMS ha lanciato una campagna di informazione “La natura è salute”. Il suo logo: polmoni verdi e blu, che rappresentano l’accesso a “spazi verdi o blu”vale a dire in luoghi vegetati (in aree urbane o rurali) o acquatici (spiaggia, fiume, lago, ecc.). Quali benefici possiamo aspettarci, infatti, per la nostra salute, da un rinnovamento di questo legame: una passeggiata nel bosco, la vista di un parco, l’inalazione di essenze vegetali, l’ascolto del canto degli uccelli o il fruscio del vento tra le foglie? , una sessione di giardinaggio…?
Ti rimane il 91,05% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.