Secondo uno studio, due professioni sono meno colpite dal morbo di Alzheimer

Secondo uno studio, due professioni sono meno colpite dal morbo di Alzheimer
Secondo uno studio, due professioni sono meno colpite dal morbo di Alzheimer
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Secondo un recente studio americano, l'area del cervello che gioca un ruolo nello sviluppo della malattia di Alzheimer è la stessa responsabile della percezione spaziale. Tuttavia, grazie a questa specificità, due professioni in particolare sarebbero meno colpite da questa malattia.

Una scoperta piuttosto sorprendente sulla malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer viene menzionata abbastanza spesso nella stampa scientifica. Alcuni mesi fa, alcuni ricercatori svedesi, ad esempio, hanno ottenuto risultati incoraggianti riguardo allo sviluppo di un esame del sangue per la diagnosi del morbo di Alzheimer. Altri lavori recenti evidenziano la possibilità che questa malattia degenerativa del cervello non ha nulla a che fare con l'invecchiamento.

Un team della School of Medicine dell'Università di Harvard ha pubblicato il 17 dicembre 2024 un nuovo studio sulla rivista BMJ. E secondo gli autori, due professioni offrirebbero una certa protezione contro la malattia di Alzheimer: autista di ambulanza e tassista. Com'è possibile?

I ricercatori hanno menzionato la nozione di mappe cognitive legati alla percezione spaziale. Tuttavia, l'area del cervello che svolge un ruolo nello sviluppo di queste mappe mentali sarebbe la stessa associata allo sviluppo della malattia di Alzheimer. Per gli autori non è quindi escluso che quest’opera apra la strada verso modi per prevenire meglio la malattia e forse addirittura rallentarne l’evoluzione.

Crediti: KatarzynaBialasiewicz / iStock

Un sodalizio ancora da approfondire

Lo studio include i dati dei certificati di morte professionale di quasi nove milioni di persone. Si è scoperto che per circa 350.000 di queste persone la malattia di Alzheimer era causa di morte. Dopo aver considerato altri fattori, come l'età delle persone al momento della morte, gli autori hanno potuto affermarlo 1,03% dei morti dei tassisti e 0,91% dei morti delle ambulanze sarebbero collegati alla malattia. Risulta tuttavia che queste cifre sono inferiori a quelle della popolazione complessiva (1,69%).

“Crediamo che, rispetto ad altre occupazioni, quelle che richiedono analisi spaziali e di navigazione in tempo reale potrebbero essere associate a una riduzione della mortalità per malattia di Alzheimer”afferma Vishal Patel, l'autore principale dello studio.

Tuttavia, questa associazione resta da esplorare ulteriormente e, allo stato attuale delle cose, lo è impossibile da dimostrare che le due professioni citate tutelano realmente i lavoratori dalle malattie. Inoltre, la neuroscienziata scozzese Tara Spires-Jones ha ampiamente criticato questo lavoro. L'esperto sottolinea che l'età dei tassisti e degli autisti delle ambulanze coinvolti nello studio era compresa tra 64 e 67 anni, mentre quella degli altri individui era di circa 74 anni. Il neuroscienziato ritiene quindi che questi lavoratori avrebbero potuto sviluppare la malattia se fossero vissuti più a lungo di solito compare dopo i 65 anni.

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