Intervista al Direttore Generale dell’Uniopss sul sistema sanitario

Intervista al Direttore Generale dell’Uniopss sul sistema sanitario
Intervista al Direttore Generale dell’Uniopss sul sistema sanitario
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I deserti medici, il divario digitale, gli ostacoli all’accesso universale all’assistenza sanitaria sono numerosi in Francia, deplora Jérôme Voiturier, direttore generale di Uniopss, l’organismo rappresentativo delle associazioni sanitarie e sociali. © Michel Le Moine

A conclusione del Mese dell’Economia Sociale e Solidale (ESS), il 29 e 30 novembre 2024 si sono svolte a Digione le Giornate dell’Economia Sociale. Tra i dibattiti, quello sul tema “Garantire l’accesso alla salute per tutti è possibile!” è stato invitato, in particolare, dal direttore generale dell’Unione nazionale interfederale delle opere e degli organismi sanitari e sociali privati ​​(Uniopss). Per VivaJérôme Voiturier affronta le numerose questioni legate all’accesso alla salute per tutti.

Quali sono i principali ostacoli all’accesso universale all’assistenza sanitaria in Francia?

Jerome Voiturier : Gli ostacoli sono numerosi. In primo luogo, ci sono disuguaglianze territoriali, con deserti sanitari, in particolare nelle zone rurali. Anche in regioni dotate di risorse come l’Ile-de-, i ritardi nell’ottenimento di una consultazione diventano sempre più lunghi. Poi, il freno finanziario con l’aumento delle spese vive che grava sulle popolazioni più precarie. Infine, l’accesso alle informazioni rimane una sfida, soprattutto a causa del divario digitale, che priva alcuni dell’accesso alle risorse e agli operatori sanitari.

Quali sono le popolazioni più vulnerabili?

SE : Si tratta spesso di coloro che combinano diversi ostacoli: popolazioni precarie, detenuti, persone con situazioni amministrative complesse (privi di documenti, ecc.), persone con disabilità, che necessitano di un sostegno specifico, sia in termini di accessibilità che di attenzione adeguata.

“L’Aiuto Medico di Stato (AME) è un tipico esempio di RIFORMA il cui obiettivo non è motivato da questioni di salute pubblica ma da considerazioni di sicurezza e di migrazione”.

Cosa ne pensa dell’idea di riformare l’assistenza sanitaria statale, che emerge regolarmente nel dibattito pubblico?

SE: Questo è un tipico esempio di riforma il cui obiettivo non è motivato da questioni di salute pubblica ma da considerazioni di sicurezza e migrazione. Intendiamoci: le critiche all’AME sono esagerate, con fantasie su trattamenti superflui, come gli interventi cosmetici.. In realtà il costo dell’AME è stimato tra 800 milioni e 1 miliardo di euro. La sua rimozione avrebbe un impatto indiretto molto superiore al risparmio realizzato.

Quali riforme potrebbero migliorare l’accesso alla sanità per tutti?

SE: Dovremmo iniziare ponendo fine a determinati de-rimborsi delle cure o dei trattamenti necessari, che sono controproducenti. A gennaio i consulti con i medici abilitati del settore 1 aumenteranno da 25 a 30 euro. Potrebbe non sembrare molto, ma per alcune persone in situazioni precarie rappresenta un grosso ostacolo all’accesso alle cure.

Altre strade?

SE: È inoltre essenziale rafforzare l’attrattiva delle professioni sanitarie e medico-sociali. Queste professioni soffrono di una mancanza di riconoscimento e di apprezzamento, che scoraggia le vocazioni. Infine, prima o poi bisognerà rimettere sul tavolo la questione della libertà di stabilimento dei medici, norma che risale al 1927.

Che ruolo può svolgere la telemedicina nel migliorare l’accesso alle cure?

SE: Si tratta di un progresso reale, ma non deve rafforzare le disuguaglianze e sostituire il contatto diretto, essenziale per individuare alcune patologie. Lo sviluppo della telemedicina deve affiancarsi allo scambio umano, non compensare l’assenza dei medici.

Che ruolo possono svolgere le mutue?

SE: Le mutue svolgono un ruolo essenziale non solo nel rimborso delle cure, ma anche nella prevenzione e nel sostegno agli assicurati. La loro forza è essere presenti in modo concreto sul territorio, sviluppando azioni sociali e locali.

Come vede l’evoluzione del sistema sanitario nei prossimi dieci anni?

SE: Nel 2001, la Francia era considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il primo sistema sanitario al mondo. Non è più così. Ci sono segnali preoccupanti come la chiusura dei servizi di emergenza e degli studi medici. Questo sviluppo dipenderà dalla priorità attribuita dalle autorità pubbliche alle questioni di sanità pubblica, in particolare all’invecchiamento della popolazione.

Commenti raccolti Gabrielle Villa

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