Secondo un ampio studio, l’assunzione giornaliera di integratori alimentari vitaminici non ha alcun effetto positivo sulla longevità.
Quel che è peggio, i seguaci di questa abitudine monitorati in questo lavoro erano associati a un rischio di mortalità più elevato.
È un’abitudine il cui effetto probabilmente non è quello previsto. Questo è, in sostanza, ciò che ha concluso uno studio su larga scala sull’assunzione quotidiana di integratori alimentari a base di vitamine con l’obiettivo di aumentare l’aspettativa di vita. Secondo i risultati di un’analisi condotta dal National Cancer Institute del Maryland, pubblicata il 26 giugno su Jama Network, non solo i multivitaminici non aiutano i loro seguaci a vivere più a lungo, ma potrebbero addirittura aumentare il rischio di morte prematura.
“I multivitaminici promettono troppo e ottengono risultati insufficienti” commenta il dottor Neal Barnard, assistente professore di medicina alla George Washington University citato da Il guardiano.
“Invece di assumere multivitaminici…”
Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno studiato i dati medici di quasi 400.000 pazienti adulti senza alcuna malattia grave a lungo termine al fine di analizzare l’impatto dell’assunzione giornaliera di vitamine sulla mortalità. Questi sono stati seguiti dal team scientifico per più di vent’anni. Verdetto: le persone che consumavano questi integratori quotidianamente avevano un rischio maggiore di morire durante il periodo di studio rispetto a coloro che non li consumavano. Più nel dettaglio, in questi ultimi il rischio di eccesso di mortalità è stato valutato essere superiore del 4% durante i primi anni di follow-up.
“Invece di assumere multivitaminici, dovremmo mangiare cibi sani che forniscano un’ampia gamma di micronutrienti, macronutrienti e fibre, limitando i grassi saturi e il colesterolo” conclude il dottor Neal Barnard, ancora con il Custode, pur sottolineando che le vitamine sono utili in casi specifici.
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Si noti tuttavia che gli stessi autori dello studio segnalano un limite ai risultati del loro lavoro per quanto riguarda il rischio potenziale di un eccesso di mortalità: il “sick user effect”, cioè “l’effetto dell’utente malato” in francese, che si riferisce più precisamente alla tentazione di alcuni pazienti già diagnosticati di aumentare il consumo di integratori alimentari. Tuttavia, secondo i ricercatori, questa tendenza potrebbe contribuire a distorcere le conclusioni.
Ricordiamo che gli integratori alimentari, “concentrati di nutrienti, piante o altre sostanze” hanno sempre più seguaci in Francia, secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria (ANSES).