Il cancro cervicale rimane una tragica piaga per molte donne maliane. Fatoumata, una donna di 38 anni, è una vittima tra tante altre.
“Prima avevo un fibroma e mi ci è voluto un po’ per curarlo. È stato quando ho iniziato a sanguinare che ho subito l’operazione. Dopo l’operazione ho iniziato ad avere perdite, perdite senza colore né odore, sembravano acqua. Dopodiché sono andata dal mio ginecologo. Il risultato ha mostrato che avevo il cancro cervicale. Per le cure ho speso dai 5 ai 6 milioni di franchi CFA. La sola operazione mi è costata due milioni di franchi CFA. »
Con questa iniziativa il Mali spera di proteggere più di 320.000 ragazze ogni anno, riducendo i casi di cancro alla cervice di quasi il 90%. Ciò potrebbe aiutare a prevenire più di 3.600 morti ogni anno tra le donne maliane.
Questa testimonianza evidenzia le difficoltà incontrate da molte donne che si trovano ad affrontare una diagnosi tardiva, nonché cure costose e spesso inaccessibili in Mali, dove l’accesso a cure di qualità rimane limitato.
Il peso del cancro cervicale in Mali
Il cancro cervicale, causato dall’infezione persistente da alcuni tipi di papillomavirus umano (HPV), è un grave problema di salute pubblica in Mali. È il secondo tumore più comune tra le donne maliane di età compresa tra 15 e 44 anni. Questa malattia, spesso individuata troppo tardi, continua a seminare il caos nel Paese, provocando migliaia di morti ogni anno.
Oltre alle barriere mediche, i tabù culturali spesso impediscono alle donne di parlare apertamente dei propri sintomi. Le credenze popolari, che talvolta associano queste malattie a maledizioni o sortilegi, ritardano la diagnosi e ne peggiorano le conseguenze. “La malattia cervicale è talvolta vista come un incantesimo lanciato da una co-moglie, una cognata o un ex partner”, spiega un attivista per la salute sessuale e riproduttiva.
Una svolta importante: l’introduzione del vaccino HPV
Con uno sviluppo storico, il governo maliano ha recentemente integrato il vaccino HPV nel suo programma di immunizzazione di routine. Al lancio di questa campagna a Bamako, la dottoressa Ibrahima Diarra, direttrice del Centro nazionale di immunizzazione del Mali, ha sottolineato l’importanza di questo progresso: “Una singola dose è sufficiente per proteggere una bambina di 10 anni per più di dieci anni”. .contro i virus responsabili del 70% dei tumori del collo dell’utero. » Il vaccino ora è gratuito per le ragazze, grazie al sostegno di Gavi e al cofinanziamento dello Stato maliano.
Con questa iniziativa il Mali spera di proteggere più di 320.000 ragazze ogni anno, riducendo i casi di cancro alla cervice di quasi il 90%. Ciò potrebbe aiutare a prevenire più di 3.600 morti ogni anno tra le donne maliane.
Un passo verso l’equità nella salute
Questo programma di vaccinazione segna un significativo passo avanti verso l’equità nella sanità pubblica. Il cancro cervicale uccide migliaia di donne ogni giorno, soprattutto nei paesi a basso reddito. Nel 2022 sono stati registrati 348.000 decessi nel mondo, il 90% dei quali in questi paesi. Introducendo il vaccino, il Mali sta compiendo un atto di giustizia rendendo la prevenzione accessibile a tutte le ragazze, sia che vivano nelle città che nelle zone rurali.
La dottoressa Diarra spiega perché la scelta è caduta sulle bambine di 10 anni: «Abbiamo scelto questa fascia di età perché la loro cervice è ancora sana, ben prima dell’inizio del rapporto sessuale, il che garantisce la massima efficacia del vaccino. » Questo approccio è conforme alla raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di dare priorità alla vaccinazione delle giovani adolescenti di età compresa tra 9 e 14 anni.
Il Mali si distingue come una delle prime nazioni del Sahel e il primo paese sostenuto da Gavi nella categoria fragile e colpita da conflitti a introdurre il vaccino HPV.
Prevenendo il cancro cervicale, l’introduzione del vaccino HPV aiuta anche a ridurre i costi associati ai costosi trattamenti per la malattia. “Una singola dose costa circa 150.000 FCFA nelle farmacie private, ma grazie al sostegno di Gavi e al cofinanziamento dello Stato maliano, questo vaccino è ora gratuito come parte del programma di vaccinazione di routine”, si rallegra il dottor Diarra.
Il Mali si distingue come una delle prime nazioni del Sahel e il primo paese sostenuto da Gavi nella categoria fragile e colpita da conflitti a introdurre il vaccino HPV. Questa iniziativa rivoluzionaria non solo protegge generazioni di donne maliane, ma serve anche da esempio per altri paesi della regione. Si tratta di un importante passo avanti verso gli obiettivi globali di Gavi di vaccinare 86 milioni di ragazze nei paesi a basso e medio reddito entro il 2025.
Lotta contro le false informazioni
Anche le autorità sanitarie maliane devono affrontare una sfida importante: la disinformazione. A volte sui vaccini circolano voci e notizie false, alimentate dagli oppositori. “È fondamentale contrastare questa disinformazione. Questo vaccino è sicuro, efficace e non compromette la fertilità o la salute riproduttiva delle ragazze”, insiste la dott.ssa Diarra.
Anche il Ministro della Salute, colonnello Assa Badiallo Touré, durante il lancio ha ribadito la sicurezza e l’importanza di questo vaccino.
L’introduzione del vaccino HPV rappresenta un’importante vittoria per la salute delle donne e un passo verso un futuro più equo in Mali. Interrompendo il ciclo delle malattie attraverso la prevenzione, il Paese costituisce un esempio di modello di sanità pubblica incentrato sull’equità, che protegge i più vulnerabili e garantisce un futuro più sicuro alle donne maliane.
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