efficiente TC di conteggio dei fotoni combinata con protocolli specifici

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MARTEDÌ 18 GIUGNO 2024 Sii il primo a reagire

La TC con conteggio dei fotoni può davvero attenuare gli artefatti metallici? È quanto cerca di dimostrare uno studio tedesco pubblicato sul Journal European Radiology. Questo lavoro mostra l’efficacia di diversi approcci CT-CP combinati con protocolli specifici per la riduzione degli artefatti metallici.

Si prevede che gli artefatti causati da impianti metallici nella tomografia computerizzata (TC) aumenteranno a causa dei cambiamenti demografici nelle società occidentali. Negli ultimi decenni sono state proposte diverse strategie per ridurre questi artefatti, tra cui tecniche di riduzione iterativa degli artefatti metallici (iMAR), ricostruzione monoenergetica virtuale ad alto keV e approcci di inpainting di sinogrammi che coinvolgono modelli di intelligenza artificiale, che hanno mostrato risultati promettenti in diversi scenari.

La TC con conteggio dei fotoni può davvero attenuare gli artefatti metallici?

Con la recente introduzione del rilevatore Photon Counting CT (CT-CP), è diventata disponibile una nuova opportunità per la riduzione degli artefatti. A differenza dei rilevatori di integrazione di energia convenzionali (EID) che convertono i fotoni in ingresso in corrente elettrica tramite luce visibile, i rilevatori di conteggio di fotoni facilitano una conversione diretta con la capacità di contare i singoli fotoni e misurare il loro livello di energia nello spettro rilevato. Una recente studio tedesco pubblicato sulla rivista European Radiology descrive i suoi vantaggi nel contesto dei manufatti metallici.

Lo studio esplora il potenziale della CT-CP combinata con protocolli specifici

In questo lavoro, i ricercatori hanno esplorato il potenziale di un algoritmo iMAR da solo e in combinazione con immagini monoenergetiche ad alto keV a 140 keV su CT-CP clinico di prima generazione per la riduzione di artefatti metallici in pazienti portatori di impianti dentali e restauri. Hanno ipotizzato che questi diversi approcci con la nuova tecnologia CT-CP consentano un’efficace riduzione degli artefatti, per ottenere una qualità dell’immagine soggettiva e oggettiva significativamente migliorata.

Sono stati valutati la qualità complessiva, la gravità dell’artefatto e la delineazione dell’anatomia adiacente

Pazienti consecutivi con impianti dentali sono stati inclusi in modo prospettico in questo studio e sono stati sottoposti a CP-CT dell’area craniofacciale. Sono state ricostruite quattro serie (standard [PCD-CTstd]monoenergetico a 140 keV [PCD-CT140keV]iMAR ha corretto [PCD-CTiMAR]combinazione di iMAR e monoenergetico a 140 keV [PCD-CTiMAR+140keV]). Tutte le ricostruzioni sono state valutate qualitativamente da quattro radiologi (lettura indipendente e in cieco su una scala Likert a 5 punti [5 = excellent ; aucun artefact]) riguardanti la qualità complessiva dell’immagine, la gravità degli artefatti e la delineazione dell’anatomia adiacente e distante.

Un lavoro che mostra l’efficacia di diversi approcci CT-CP per la riduzione degli artefatti metallici

Lo studio ha incluso 48 pazienti (età media 66,5 ± 11,2 anni). I ricercatori hanno riscontrato una migliore qualità complessiva dell’immagine, una riduzione degli artefatti e una delineazione superiore dell’anatomia adiacente e distante per le ricostruzioni iMAR rispetto alle ricostruzioni non iMAR. Non è stato osservato alcun effetto significativo di questi diversi approcci sul coefficiente di variazione. Infine, l’analisi basata sul ROI ha indicato la riduzione degli artefatti più efficace per le ricostruzioni iMAR, che era significativamente superiore a quella di PCD-CT140keV.

I ricercatori hanno concluso che la CT-CP offre approcci altamente efficaci per la riduzione degli artefatti metallici con il potenziale per superare le sfide diagnostiche nei pazienti con impianti dentali.

Bruno Benque con Radiologia Europea

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