Podcast La voce del padre, la via del figlio | “Ragazzi, non andiamo spesso in queste zone”

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Patrick Richard è il padre di quattro figlie adulte. È anche un figlio. Il figlio di un uomo che si è suicidato nel 1986. Per testimoniare la sua ricostruzione, e per dimostrare che anche un uomo può esprimere la propria vulnerabilità, Patrick Richard presenta un podcast in diretta nelle scuole secondarie. La sua missione: ispirare anche gli altri a immergersi nella propria vulnerabilità. Ai ragazzi, soprattutto.


Inserito alle 19:00

C’è eccitazione nell’aria in questa quinta classe del liceo Chêne-Bleu, a Pincourt, sull’Île Perrot. È l’ultima ora della giornata e la fine dell’anno scolastico si avvicina. Gli studenti arrivano in classe con l’annuario in mano, alla ricerca di parole e firme di addio.

Il loro insegnante di francese, Thomas Poirier, li invita a mettere da parte i loro album. Davanti alla classe, davanti alla lavagna interattiva e dietro un microfono, Patrick Richard si prepara a presentare loro la sua creazione, La voce del padre, la via del figlio. Per 40 minuti, il creatore di contenuti digitali reciterà un testo accompagnato da archivi video, foto, musica e una buona dose di umorismo. Il soggetto ? La sua vita, molto semplicemente, che racconta a questo padre scomparso.

“Ho filmato così tante cose nella mia vita. Inconsciamente volevo evitare che i miei figli vivessero il trauma che ho vissuto io, che ho sempre cercato la voce di mio padre», riassume.

FOTO MARCO CAMPANOZZI, LA STAMPA

Patrizio Riccardo

Suo padre, Robert, si suicidò il 7 aprile 1986, alle prese con l’abuso di sostanze e problemi di salute mentale. Il danno collaterale del suicidio è enorme. Patrick Richard aveva allora 10 anni, quasi 11. Da adolescente trovò un “rimedio” al suo dolore, alla paura di sostituirsi, di sbagliare, di essere rifiutato: l’alcol, la droga.

Nel suo racconto, Patrick Richard racconta questo primo” oscuramento », a 15 anni e 3 mesi, davanti a tutti i parenti. Parla anche di questo ruolo da clown che ha adottato per sopravvivere e alleggerire l’atmosfera in casa. Del suo master universitario che ha portato a termine nonostante il consumo. Da questi viaggi in India dove si è sbarazzato dei suoi ultimi pennelli.

Poi parla di questa terapia, nel 2001, che ha dato inizio al suo recupero e alla ricostruzione.

FOTO MARCO CAMPANOZZI, LA STAMPA

Patrizio Riccardo

“Ho capito le mie innumerevoli fughe, i miei risvegli improvvisi, il mio ego che cerca di capire e nascondere quello che è successo. Solo la voglia di stare bene, di attirare la serenità nella mia vita, di prevenire invece di morire. Sono uscito da lì con uno stile di vita che avrebbe sicuramente potuto salvare il tuo, e anche i tuoi quaderni, per scrivere la mia vita”, racconta Patrick Richard a suo padre. Basa la sua storia su testi che scrive ogni giorno da 15 anni, in particolare quelli che ha firmato il 7 aprile, data in cui suo padre si è suicidato.

Dal 2022, Patrick Richard ha presentato il suo progetto in una ventina di classi e una mezza dozzina di volte davanti al grande pubblico. Desidera portare ai giovani e ai padri la luce, il modello di un uomo che abbraccia la sua vulnerabilità ed esprime le sue emozioni. “Ragazzi, non andiamo spesso in queste zone”, sottolinea Patrick Richard agli studenti, la cui attenzione non è più focalizzata sull’annuario, ma sulla condivisione di cui sono testimoni.

FOTO MARCO CAMPANOZZI, LA STAMPA

Ryan Maliki

La performance è sempre seguita da uno scambio. Quel giorno, il trio formato da Ryan Maliki, Zachary Lamontagne e Vincent Valiquette ha posto diverse domande a Patrick Richard. Da dove è venuta la spinta a volerne uscire? A chi sono rivolti i testi che scrive ogni giorno? Cosa direbbe a Patrick, 10 anni?

Un altro studente si stava asciugando gli occhi, con la testa appoggiata sulla scrivania. Anche a 15, 16, 17 anni molti adolescenti sperimentano molte cose, sottolinea Patrick Richard, che assicura che gli studenti in difficoltà siano monitorati dalla scuola.

In futuro, Patrick Richard vorrebbe tornare tra le aule una seconda volta per condurre un laboratorio creativo con i giovani. «Dietro ogni ferita si nasconde un grande tesoro da cui si può liberare», conclude.

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