Spargimento di olio per intrappolare gli insetti

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Alla ricerca di una soluzione più ecologica rispetto ai pesticidi chimici, i ricercatori olandesi si sono ispirati alle piante, come la drosera, per sviluppare una colla prodotta da olio commestibile. Quest’ultimo viene applicato in minuscole goccioline appiccicose sulle colture per intrappolare gli insetti.

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Uno dei principali vantaggi della tecnica, si dice, è che non porterebbe allo sviluppo di resistenza tra gli insetti. Un altro vantaggio è che gli insetti utili, come le api, a causa delle loro dimensioni non vengono intrappolati dalle gocce. Inoltre, il petrolio è biodegradabile nell’ambiente e non avrebbe alcun impatto sulla salute umana.

Tripidi dei fiori occidentali

Le gocce sono state testate sui tripidi dei fiori occidentali, noti per attaccare più di 500 specie di ortaggi, frutta e colture ornamentali. Oltre il 60% dei tripidi sono stati catturati entro due giorni dal test, mentre le gocce hanno mantenuto la loro viscosità per settimane.

L’olio utilizzato nell’opera è un olio vegetale commestibile che è stato ossidato, come nella frittura, per renderlo appiccicoso come un nastro adesivo. L’olio veniva poi mescolato in un “frullatore glorificato” con acqua e un po’ di sapone per evitare che le goccioline si attaccassero tra loro.

Questa soluzione è stata poi spruzzata sulle foglie dei crisantemi, il cibo preferito dei tripidi e un’importante coltura da reddito nei Paesi Bassi. È stato testato anche sulle fragole. Gli irroratori utilizzati hanno lo stesso design di quelli già utilizzati dagli agricoltori e le prove sul campo quest’estate metteranno alla prova il processo su larga scala.

Il team sta attualmente testando se gli odori potrebbero essere incorporati nelle goccioline per renderle ancora più attraenti per i tripidi o per attirare i predatori naturali dei parassiti, come Orius laevigatusun insetto utilizzato come misura di controllo dei tripidi.

Resta anche da vedere quanto tempo impiegheranno le gocce appiccicose a decomporsi. Valuta anche la velocità con cui la polvere riduce la viscosità delle goccioline, anche se questo dovrebbe essere un problema minore nelle serre dove vengono coltivate molte colture orticole.

Il lavoro, ancora in corso, è condotto dal dottor Thomas Kodger e dal suo team dell’Università di Wageningen nei Paesi Bassi, specializzata in scienze della vita.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze.

Fonte: Il guardiano

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