Contrariamente alla credenza popolare, questa patologia non colpisce solo i più anziani tra noi.
“L’insufficienza cardiaca può manifestarsi in diversi periodi della vita, spiega il professor Roussoulières. Può svilupparsi in un bambino nato con un problema cardiaco o in una persona anziana dopo un infarto miocardico. Ma vediamo anche pazienti di 30, 40 o 50 anni. E poi ci sono patologie ereditarie come la cardiomiopatia, dilatativa o ipertrofica, che può comparire intorno ai 20-30 anni.“.
L’insufficienza cardiaca è definita dalla difficoltà del cuore ad assicurare un flusso sanguigno sufficiente a mantenere il corretto funzionamento degli organi. Esistono diversi tipi di insufficienza cardiaca: scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta, quando la pompa cardiaca non funziona più, scompenso cardiaco con frazione di eiezione conservata, quando il rilassamento del cuore è disturbato. Per ogni tipo di CI esistono trattamenti ben definiti che devono essere utilizzati. Quando i trattamenti farmacologici non sono sufficienti, al paziente può essere impiantato un dispositivo come la risincronizzazione cardiaca o un defibrillatore.
Un rimborso tanto atteso
“M Nonostante l’arrivo di farmaci più efficaci che migliorano la sopravvivenza e la qualità della vita riducendo i ricoveri, la cura dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca rimane non ottimale in Belgio, poiché i pazienti non ricevono il trattamento adeguato in tempo, il che aumenta il rischio di ricovero et /o morte“, avverte il professor Roussoulières, che è anche presidente del gruppo di lavoro belga sull’insufficienza cardiaca (BWGHF).
Da diversi anni, questo gruppo di lavoro che promuove la qualità della cura dello scompenso cardiaco chiede invano il rimborso di un marcatore, NT-proBNP, per lo screening dello scompenso cardiaco mediante un semplice esame del sangue (costo tra 20 e 25€ ), Questo marcatore permette di rilevare la CI, che deve essere confermata da altri esami come l’ecocardiogramma. “Questa diagnosi precoce consente di attuare un trattamento adeguato molto rapidamente ed evitare così il ricovero ospedaliero del paziente. È incomprensibile che la nostra richiesta di rimborso non vada a buon fine quando sappiamo che i ricoveri legati allo scompenso cardiaco rappresentano gran parte della spesa sanitaria!“, protesta il cardiologo.
Riconoscimento del personale infermieristico
Un’altra richiesta della BWGHF, il riconoscimento degli infermieri formati nello scompenso cardiaco che hanno un ruolo vitale in centri specializzati come la Clinica per l’ipertensione polmonare e l’insufficienza cardiaca dell’HUB che offre supporto multidisciplinare ai pazienti con CI, sia in ospedale che a distanza tramite monitoraggio remoto . Quest’ultimo, che permette di evitare la riospedalizzazione dei pazienti più instabili, dovrebbe presto essere rimborsato.
“Questo mancato riconoscimento, nonostante un corso universitario specializzato disponibile in francese e olandese, costituisce un ostacolo e non consente una cura ottimale del paziente, evitando riospedalizzazioni costose per l’Inami…“, si rammarica il professor Roussoulières.