Senza tabù né trombe, Sophie Belvisi rivisita l’Alzheimer a Ille-sur-Têt

Senza tabù né trombe, Sophie Belvisi rivisita l’Alzheimer a Ille-sur-Têt
Senza tabù né trombe, Sophie Belvisi rivisita l’Alzheimer a Ille-sur-Têt
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Sophie Belvisi ha presentato domenica al Catalan il suo spettacolo “Alzhei’mère” nell’ambito della Settimana Blu.

Raramente un’emozione simile ha catturato il pubblico dell’Ilois. Lo spettacolo di Sophie Belvisi colta in un alone di luce, alla ricerca di questa verità ultima che giace dentro di noi, ha fatto muovere le linee e far scorrere le lacrime.

Niente è semplice per Sophie Belvisi, la cui giovinezza a Ilois è stata rubata da questa terribile malattia che colpì sua madre all’età di 49 anni, quando lei ne aveva solo 16 e dovette assumere il ruolo di badante. “Un giorno mia madre non mi riconobbe e tutto il cielo si oscurò“. E questa domanda che ritorna ancora e ancora: “ Perché un giorno diventeremo genitori del nostro genitore “?

Uno spettacolo autentico, un dipinto sociale, la vita di due donne, una madre e sua figlia, colpite dalla morsa dell’Alzheimer. Con, come in un film di Ken Loach, questi zoom che schiacciano le prospettive e imprigionano i personaggi in una macchina da presa soffocante, per la quale Sophie Belvisi ha trovato la chiave: l’umorismo. Con queste domande esistenziali che l’artista si pone durante la sua mostra: “Perché la malattia cambia la prospettiva delle persone? (…) In quale mondo ci addormentiamo quando abbiamo l’Alzheimer?“?

E quelle lacrime alla fine dello spettacolo, quando Jérôme Parrilla gli ha consegnato la medaglia della città; quando anche nella sala del Catalano, circondata dall’affetto delle amiche, ha confidato: “Voglio tornare e suonare qui, voglio che altre persone vedano lo spettacolo. Voglio far passare il messaggio, perché non tutti erano consapevoli di quello che stavo passando e oggi lo dico senza tabù. Non ho più rabbia. Non ho più paura di niente“. E questa pressione di giocare in casa, a 500 metri dalla casa di rue des Genévriers. “All’inizio ero davvero spaventato. Non appena ho aggiunto piccole cose da qui, mi sono stressato. Altrimenti avrei condotto il mio spettacolo. Dato che c’era più spazio sul palco, mi sono preso il tempo necessario. Ho guadagnato spessore. È stato bello, ma dopo essere stato emotivamente incline, mi ha devastato“.

Per Raphaël Lopez, il vicesindaco che ha organizzato lo spettacolo con il Centro Municipale di Azione Sociale, il momento è stato unico: “È stato commovente. Riportare Sophie a Ille è stato un momento di grande emozione. È arrivata a mezzogiorno per provare e fino alla fine dello spettacolo era piena di emozione. Sono felice che ci fossero persone lì, perché quella era la preoccupazione che avevamo entrambi (…) È un bellissimo incontro con Sophie e spero che faremo ancora qualcos’altro“. La prima parte è stata fornita da Anne Erell Tor che ha preso parte allo spettacolo, un po’ complice e giustamente.

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