Possiamo, come Michel Blanc, morire avendo uno scanner?

Possiamo, come Michel Blanc, morire avendo uno scanner?
Possiamo, come Michel Blanc, morire avendo uno scanner?
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Se hai avuto una TAC o una risonanza magnetica, potresti aver già ricevuto un’iniezione di un “prodotto di contrasto”. Questi prodotti permettono ai radiologi di evidenziare alcuni tessuti nell’imaging (un tumore ad esempio o una vena che vogliamo ispezionare) e sono quindi necessario per fare una diagnosi.

Potrebbe però essere proprio un prodotto di questo tipo, in particolare un mezzo di contrasto iodato, a causare la reazione allergica fatale di Michel Blanc. L’attore è morto per arresto cardiaco in seguito a shock anafilattico, una reazione allergica grave e potenzialmente fatale.

Anche se è troppo presto per conoscere le circostanze esatte della morte dell’attore, un’ondata di preoccupazione al riguardo prodotti di contrasto ha fatto il giro dei social network e di alcuni media negli ultimi due giorni, al punto da allertare i medici che temono che i pazienti rifiutino esami (o iniezioni di mezzi di contrasto) che sono tuttavia essenziali nel loro percorso terapeutico.

Se si tratta di allergie ai mezzi di contrasto, stiamo parlando agenti di contrasto iodati o PCI (usati per scansionarli) o mezzi di contrasto a base di gadolinio o PCG (per la risonanza magnetica) sono documentati, ma rimangono comunque estremamente rari.

Il professor Olivier Clément, primario del dipartimento di radiologia dell’Ospedale europeo Georges Pompidou e pilota di uno studio di riferimento (Cirtaci)* sulle allergie ai mezzi di contrasto, rassicura in uno scambio con i nostri colleghi dell’Ouest-Francia: “Da cinque a sei milioni di francesi vengono sottoposti a TAC o MRI ogni anno. Si verificano circa quindici shock anafilattici all’anno e da uno a quattro decessi. Vent’anni fa si stimava un rischio di morte per 250.000 iniezioni. Ma poiché utilizziamo prodotti non ionizzati, esiste un migliore tolleranzanonostante gli elevati volumi di prodotti.”

Misure precauzionali adottate dai radiologi

Inoltre, gli studi di radiologia o i radiologi che lavorano negli ospedali sono consapevoli di questo problema e lo sanno come reagire in caso di problemi.

L’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (ANSM) ricorda da parte sua “che deve essere effettuato il monitoraggio medico dei pazienti durante e dopo la somministrazione del mezzo di contrasto (30 minuti) e devono essere immediatamente disponibili i mezzi necessari per la rianimazione d’emergenza in caso di reazioni allergiche gravi.

Misure messe in atto qualche anno fa e che mirano a ridurre gli incidenti. Anche se ovviamente il rischio zero non esiste ed è oggi impossibile prevedere questo tipo di incidenti (la reazione allergica può manifestarsi allo stesso modo in persone che non sono mai state in contatto con un prodotto di contrasto o in chi effettua regolarmente TAC o MRI ), possiamo tranquillizzarci dalle procedure esistenti.

Rischi prevedibili

L’ANSM ricorda inoltre che sono state messe in atto diverse norme per limitare i rischi di allergie tra i più vulnerabili (asmatici ad esempio o persone con condizioni atopiche)

D’altronde non è perché sei”allergico allo iodio” (termine improprio che in realtà riguarda le persone allergiche ai frutti di mare come i crostacei) che si è più sensibili ai prodotti di contrasto contenenti iodio (anche se in rari casi si può essere allergici ad entrambe le sostanze separatamente). La Rete francese dei centri di farmacovigilanza (RFCRPV) precisa che “gli allergeni sono diversi nei 3 casi; non esiste quindi allergia crociata tra allergia al pesce e ai crostacei, allergia agli antisettici iodati e allergia ai mezzi di contrasto iodati.

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