Febbre emorragica Crimea-Congo: il virus rilevato sulle zecche in Corsica

Febbre emorragica Crimea-Congo: il virus rilevato sulle zecche in Corsica
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L’agenzia sanitaria regionale della Corsica ha annunciato mercoledì la presenza di febbre emorragica Crimea-Congo nel territorio.

Il virus è stato rilevato sulle zecche, che possono trasmetterlo all’uomo.

Si tratta di una scoperta che richiede grande vigilanza. Sebbene la febbre emorragica Crimea-Congo (CCHF) fosse presente in Corsica già da diversi anni, fino ad allora il virus era stato rilevato solo negli allevamenti di bovini. L’Agenzia sanitaria regionale della Corsica annuncia ora la presenza di zecche nel territorio a rischio di trasmissione all’uomo, confermando le informazioni dei nostri colleghi in Punto. “La novità è il rilevamento della malattia nelle zecche e negli insetti vettori e quindi il fatto di rendere la malattia potenzialmente trasmissibile all’uomo”, Lo riassume l’Ars in un comunicato stampa del 24 aprile.

L’agenzia sanitaria ricorda che gli operatori sanitari e gli eletti sono stati informati “a questo rischio di patologie emergenti” da marzo, “nell’ambito del monitoraggio sanitario”, tramite una newsletter. Lo ricorda, nel bollettino mensile del mese di marzo, l’Ars, che lo ha infatti indicato“Un nuovo rischio viene identificato in tutto il Mediterraneo con il rilevamento per la prima volta nel 2023 del virus della febbre emorragica Crimea-Congo sulle zecche del sud della Francia”. A livello nazionale, dall’estate 2023, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria sul lavoro (ANSES) ha avvertito in un rapporto sui rischi delle zecche Hyalomma che“Un’emergenza (della febbre Crimea-Congo) in Francia è possibile”.

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Vettore di numerosi agenti patogeni, tra cui il virus della febbre Crimea-Congo (CCF), la zecca Hyalomma è originaria dell’Africa e dell’Asia. Introdotta principalmente da uccelli migratori provenienti dall’Africa, questa zecca è presente in Corsica da diversi decenni e sulle coste del Mediterraneo dal 2015. Dal 2013 in Spagna sono stati segnalati una decina di casi umani indigeni di questa febbre, alcuni dei quali hanno portato a la morte del paziente, osserva l’agenzia.

Si ricorda che per proteggersi dai morsi si consiglia di indossare abiti lunghi nel bosco o nell’erba alta e di prestare attenzione. Ciò è tanto più vero in quanto, a differenza di quanto esiste per le zanzare, per questi acari che rappresentano tuttavia i più importanti vettori di agenti patogeni responsabili di gravi malattie per l’uomo non è organizzato alcun sistema di sorveglianza nazionale.


Audrey LE GUELLEC

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