La settima associazione dei due centri non ha convinto del tutto in vista del Torneo 2025. Se la coppia è ormai favorita dallo staff, la loro efficacia e complicità solleva ancora interrogativi.
Da qui al 31 gennaio, data in cui si alzerà il sipario sul Torneo, il giochino del tecnico, apprezzato da osservatori di ogni schieramento, continuerà ad animare le discussioni negli sportelli e negli sportelli. Tra i punti di dibattito, la coppia di centri costituirà senza dubbio un argomento di conversazione molto vivace: perché il terreno fertile lì è abbondante e consente numerose combinazioni con l'emergere di Gailleton, Depoortere e altri Costes; e perché la coppia favorita da Fabien Galthié in questo tour non ha convinto su tutta la linea.
Dopo la partita contro i Blacks, il tecnico ha spazzato via ogni dubbio quando gli è stato chiesto se fosse soddisfatto del tandem, sballottato difensivamente e timidamente offensivo: “Dall’altra parte della strada c’erano la migliore coppia di centri del mondo (Jordie Barrett e Rieko Ioane, ndr) […]. Per Yoram e Gaël si è trattato della prima associazione dell'anno, dopo tre settimane di lavoro. In questo contesto, si confrontano i giocatori che hanno giocato insieme la finale della Coppa del Mondo […]dico di sì. Senza dubbio…” Al fischio finale del successo contro i Pumas, la domanda meritava ancora di essere posta: al duo, più efficace sul piano difensivo, è mancata intesa e creatività palla in mano.
Moefana, statistiche e impressioni…
Quando arriva il momento di fare il punto, è opportuno separare i due elementi. Messo in panchina contro il Giappone, Gaël Fickou ha poi garantito di poter restare il regolatore della retroguardia, il capo della difesa. Senza provocare grandi brividi, tra l'altro. L'argomento Yoram Moefana solleva ulteriori domande. C'è questa linea statistica che colpisce: nessuna meta, due difensori battuti, un cross, zero passaggi dopo il contatto, un passaggio cosiddetto “decisivo”, 69 metri guadagnati, 70% nei contrasti (32 su 42)… Al di là dei numeri e della loro relativa verità, c'è soprattutto l'impressione che il giocatore del Bordeaux non riesca ad esprimersi appieno: anche venerdì ha giocato regolarmente lontano dalla difesa e ha creato poche differenze. Frustrante, ovviamente. Se non sono in discussione l'impegno e l'impatto fisico, c'è da aspettarsi di più da un giocatore atteso come 12 di domani ma che, in 30 selezioni (venti da titolare, tredici al centro) e a 24 anni, sembra ancora essere irruzione, dentro. La voglia dello staff di dare tempo al duo – partner titolare per la settima volta – resta non meno evidente ed è in questo senso che si può interpretare il tardivo ingresso in gioco di Gailleton (71esimo), andato vicino al gol del suo secondo gol. prova del tour. Le convincenti apparizioni del Palois alimenteranno il dibattito, così come l'imminente ritorno alla competizione di Nicolas Depoortere o le prestazioni di Jonathan Danty, candidato ancora in corsa. Al di là delle qualità di ciascuno, si pone ovviamente la questione della complementarità e, quindi, di un possibile “re-switch” di Fickou al ruolo di primo centro, sperimentato senza molto successo nel corso del Torneo.
In ogni caso l’argomento è tutt’altro che secondario. Perché se cerniera tricolore e triangolo posteriore possono oggi essere considerati dei riferimenti nel panorama internazionale, lo stesso non si può dire attualmente del centrocampo che tuttavia non manca di talento.
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