Nel rugby ci sono le azioni in campo, ma anche i discorsi che segnano una svolta in una partita. Francia – Nuova Zelanda, sabato scorso, ne è stata l'illustrazione perfetta.
In svantaggio all'intervallo dopo un primo periodo in cui avevano lasciato il controllo agli All Blacks (metazioni di Lakai e Roigard), gli azzurri tornano dallo spogliatoio con tutta un'altra faccia. Sono stati delicatamente scossi nello spogliatoio da due dirigenti della squadra: Antoine Dupont e Gaël Fickou.
Dupont, il generale
Che Dupont sia un giocatore di poche parole si sa, ma quando parla tutti lo ascoltano. Nell'intervallo, il capitano non ha esitato a lanciare frecciatine ai compagni, sottolineando cosa non andava nel gioco francese : “Attaccano tutte le ruck e ci chiudono gli esterni. Quelli grandi, sarà dura per te, ma devi lavorare sull'asse prima di spostarti da parte. Dobbiamo colpire dove fa male prima di andare negli spazi.“
Il suo messaggio è chiaro: se gli azzurri vogliono cambiare la situazione dovranno raddoppiare gli sforzi nelle zone di combattimento. “In difesa fanno duelli e ci dividono ad ogni scontro. Se vogliamo bloccarli, dobbiamo essere davanti, forti, e catturarli”.
Fickou, lo stratega ombra
Nel processo, Gaël Fickou, veterano con 92 presenze, aggiunge un altro livello. Il centro sottolinea un punto chiave: la circolazione difensiva. “Contattate i ragazzi e litigate. Gli altri non stanno lì a guardare il ruck, si muovano! Altrimenti non possiamo andare forte.“
Si spinge addirittura oltre prendendo di mira le 3° linee: “Abbiamo bisogno che tu sfrecci tra i ruck. Non mentre cammini. Se vogliamo vincere sarà dura fino alla fine, ma è lì che faremo la differenza”.
Un risveglio collettivo
E il messaggio è arrivato. Fin dall'inizio gli azzurri colpiscono forte: un maul distruttivo vede segnare Boudehent (44°), seguito da un contropiede fulmineo concluso da Bielle-Biarrey (51°). Dietro, una difesa ermetica resisteva agli attacchi neozelandesi.
L'ultima azione è simbolica: sotto pressione nel proprio campo, gli All Blacks tentano l'ultima resistenza, ma si scontrano con un intrattabile sipario tricolore. Will Jordan eliminato, fine della storia, vittoria dei Blues.
Parole, un clic
Alla fine, questa vittoria non è stata costruita solo su exploit o strategie individuali. È anche il frutto di un collettivo risvegliato da leader capaci di trovare le parole giuste al momento giusto. Per ricordare che a volte, nelle partite importanti, la vittoria si costruisce nello spogliatoio.