Dopo aver esaurito le biblioteche, è tornato in circolazione culturale un testo di riferimento sulla vita e i contributi di Said Hajji, preparato dallo studioso nazionale ed educativo Abu Bakr al-Qadiri, sulla scienza dei media marocchini e sulla sensibilizzazione sui temi del rinascimento , liberazione e indipendenza. Morì in tenera età nel 1942, su iniziativa della Fondazione Abu Bakr al-Qadiri per il Pensiero e la Cultura. Sostegno alla regione Rabat-Salé-Kenitra.
Questo libro presenta parte dei “documenti della lotta giornalistica e intellettuale condotta da un gruppo di primi che volevano il rinascimento e guidarono il risveglio”. Conserva gli scritti di Said Hajji sulla stampa marocchina, i suoi interventi in conferenze e forum, e presenta una biografia scritta da Al-Qadiri, che conobbe Hajji a Sale, discusse con lui e difese le sue opinioni critiche. Si noti che era “uno degli scrittori pionieristici e impegnati, noto per la sua eccellenza e il suo genio precoce”.
Questo autore presenta ai lettori “uno dei pionieri del giornalismo, del pensiero, della letteratura e della riforma nel nostro paese”, Saeed Hajji, che “nelle sue diverse produzioni era uno scrittore esperto, un giornalista capace e uno scrittore con un senso sensibile, espressione dolce, preambolo brillante, che possedeva l’angolo della lingua e la sottoponeva al suo pensiero perspicace e alla sua sana opinione. E la sua analisi, che testimonia l’ampiezza dei suoi orizzonti e la sua capacità di irrompere nell’ignoto, in un momento in cui il Marocco e la mente marocchina erano assediati da tutto. lato.”
L’introduzione al libro conferma che “conoscere le circostanze in cui si trovava il Marocco dopo l’imposizione del protezionismo, e in cui emersero i primi pionieri che gettarono le prime basi per questo moderno rinascimento, aiuta in larga misura a comprendere il valore del questi pionieri, che lavorarono duramente, non solo per lottare, per preservare gli elementi del loro paese e per proteggerlo dall’integrazione e dalla dissoluzione nello stato occupante, ma fecero quello che potevano per innescare un vero rinascimento intellettuale, che risultò in un cambiare in molte delle condizioni in cui versa il Marocco, e in cui i cittadini in generale, e l’élite leale in particolare, sentono le loro responsabilità verso la loro patria, e cosa devono fare per preservarne e difenderne i diritti, da un lato, e per svilupparlo e dall’altro far avanzare il suo veicolo nel campo del progresso”.
Attraverso gli sforzi di resistenza armata, la presa di coscienza politica, culturale ed educativa e gli appelli alla riforma intellettuale, sociale e politica, “i frutti che i marocchini hanno raccolto e stanno raccogliendo oggi dopo aver ottenuto l’indipendenza, grazie agli sforzi di quella setta che crede nella sua Dio, il suo Paese, i suoi valori e la libertà di cui gode oggi il popolo marocchino sono dovuti infatti al lavoro continuo esercitato e portato avanti dai primi pionieri”.
Tra i pionieri di questi pionieri c’è Saeed Hajji, la cui biografia è stata scritta dall’educatore e politologo Abu Bakr al-Qadri, più volte incarcerato durante il periodo del colonialismo straniero, presentando il suo percorso civile, volontario ed educativo che lo ha portato a L’Inghilterra e l’Oriente arabo, la sua fiducia in se stesso nell’autoeducazione e la sua adesione alla critica costruttiva che aspira a non sconfiggere l’occupazione. Non solo stranieri, ma costruttori della civiltà marocchina, orgogliosi della bontà della sua storia, delle sue radici e della saggezza umana. E il motore della stagnazione.
Il libro presenta le opinioni di Saeed Hajji, lo “Sceicco dei giornalisti”, che sono rilevanti per i due giorni di lotta dei suoi connazionali, e non si accontentano di criticare l’occupazione senza un sé collettivo stagnante. Presenta le sue iniziative mediatiche e civili, la sua introduzione alla questione del Marocco e dei Maghreb nel Levante arabo e i suoi contributi a importanti traguardi, inclusa la liberazione delle “rivendicazioni del popolo marocchino”. Oltre ai suoi ruoli, anche quelli non sufficientemente evidenziati, ha svolto un ruolo di “riformatore sociale” che ha difeso il ruolo della letteratura nella consapevolezza e la responsabilità di… Scrittura, riforma dell’istruzione, educazione delle donne, espressione dell’opinione marocchina , la necessità della libertà di stampa e “la preziosa essenza della libertà”.