MELBOURNE – Cinquanta giorni dopo l’ultima partita giocata e naturalmente vinta – fu la partita trionfale di Davis a Malaga, ricordate? -, Jannik Peccatore Si riparte con un altro successo, 3-0 contro il cileno Jarry. Giovedì nel secondo turno del Down Under Slam incontrerà l’australiano Tristan Schoolkatenumero 173 del ranking, wild card che ha battuto in 4 set il giapponese Taro Daniel. “Non lo conosco, studierò il suo gioco per cercare di affrontarlo nel migliore dei modi”, dice il numero 1 del mondo. Gli chiedono del tunnel della Rod Laver Arena, tirano fuori Roger Federer e altri mostri sacri , risponde imbarazzato: “Con la mia poca storia non posso paragonarmi a quei campioni”.
Ma durante la conferenza stampa che segue l’incontro con Jarry, la questione – inevitabilmente – ritorna anche processo che lo attende davanti al CAS di Losanna il 16 e 17 aprile. E Jannik confessa.
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Sinner: “Sono ottimista. Ma non è un momento facile”.
“Per me questo non è sicuramente un momento facile. Ma sono molto ottimista, non credo che mi possa succedere qualcosa: perché mi hanno sempre detto che non era colpa mia, e che non era volontario. Inoltre, tutto nel mio corpo era in una quantità così bassa – un miliardo di grammi di contaminazione – che non sapevo cos’altro aggiungere. Vediamo come va a finire, è una cosa da fare e facciamola, ma per me non cambia nulla: so cosa è successo, sono innocente”.
Mentre batte Jarry sta già studiando il suo prossimo avversario
Per fortuna c’è tempo anche per parlare di questa vittoria all’esordio agli Australian Open, inserendo un aneddoto esemplare sulla straordinaria capacità di Jannik di gestire la situazione in campo: mentre finiva di demolire il cileno, guardò il monitor che trasmetteva il messaggio Incontro Schoolkate-Taro. Multitasking. “È stata una partita complicata, soprattutto nei primi 2 set: Jarry ha giocato molto bene e ha un grande potenziale, un servizio efficace, è stato aggressivo nella risposta”. Piccolo rammarico, quel set point sprecato nel primo tempo: ma poi ha rimesso le cose a posto nel tie-break. Ci sono voluti 78 minuti. Il secondo set è invece durato poco meno di un’ora (58′). Ancora una volta sono stati i dettagli a fare la differenza. Nel terzo l’avversario si arrende dopo mezz’ora: stremato, sfiduciato.
Sinner: “Potevo servire meglio, mi sento molto bene”
“Sono stato molto forte mentalmente – spiega il campione italiano -, cercando di non mollare mai: perché queste partite puoi vincerle ma anche perdere per questioni di pochi punti. Forse potevo servire meglio, ma nel complesso mi ritengo soddisfatto. Sto bene”. È lì Quindicesima vittoria consecutiva di Jannikche non perde una partita dalla finale di Pechino dello scorso ottobre: poi si è arreso all’Alcaraz.