Schermata di TF1
Elsa Wolinski, qui intervistata da TF1 a margine del omaggio alle vittime dell’attentato a Charlie Hebdo, a Parigi, il 7 gennaio 2025.
CHARLIE HEBDO – Dieci anni dopo, gli attacchi jihadisti contro Charlie Hebdo e l’Hyper Cacher alla Porte de Vincennes sono stati commemorati questo martedì 7 gennaio con gravità ed emozione. A fine mattinata, alla stessa ora in cui dieci anni prima erano avvenuti gli omicidi in rue Nicolas Appert, nell’11° arrondissement, si riunirono i sopravvissuti della redazione, le famiglie delle vittime e molte personalità.
A margine della cerimonia ufficiale, nei pressi dell’ex sede di Charlie Hebdo, il giornalista di TF1 Paul Larrouturou ha intervistato brevemente Elsa Wolinski, figlia del fumettista Georges Wolinski, assassinato il 7 gennaio 2015.
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“Dieci anni fa ho detto: ‘Spero che non siano morti invano’. E infatti sono tornato dicendomi che forse erano morti invano (…) perché da allora ci sono stati tanti attentati, perché non si ride più di tutto, perché non si mescola più nessuno. Quindi spero che oggi ci sia il rinnovamento di qualcosa”dichiarò lo scrittore, con una punta di emozione, come puoi vedere nel video qui sopra. “Spero che finalmente, finalmente, questi dieci anni ci insegnino delle cose. »
“Non credo che la Francia sia ancora Charlie”
“Non credo che la Francia sia sempre Charlie, ma credo comunque che lo spirito “Charlie” debba rimanere. Ancora oggi la cosa più importante è che ci mescoliamo, che ci mescoliamo, che ridiamo di tutto”ha aggiunto Elsa Wolinski, spiegando anche che non è più tornata nella vecchia sede del giornale dopo l’aggressione perché lei “avevo paura”.
Pronuncia dei nomi delle vittime, deposizione di corone, suono della campana dei defunti, minuto di silenzio, Marsigliese…la sequenza di questo martedì a mezzogiorno era sobria, in un quartiere isolato dalla polizia. Con le mani incrociate, il direttore di Charlie Hebdo Riss, lui stesso gravemente ferito nel 2015, ha guardato a lungo, pensieroso, la facciata.
Erano presenti Emmanuel Macron, l’ex presidente François Hollande, in carica al momento degli attentati, il sindaco della capitale Anne Hidalgo, il primo ministro François Bayrou e diversi membri o ex membri del governo. Il Capo dello Stato è venuto a parlare per qualche minuto con le famiglie, lontano dalla stampa.
Dal 7 al 9 gennaio 2015, i fratelli Chérif e Saïd Kouachi e Amedy Coulibaly hanno preso di mira la libertà di espressione, le forze dell’ordine e la comunità ebraica, durante degli attentati “dettagli di contatto”sebbene rivendicato da due entità distinte, Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP) e l’organizzazione terroristica Stato Islamico (IS).
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