Dopo diversi mesi di tempesta politica, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha deciso di annunciare le sue imminenti dimissioni, lunedì 6 gennaio, dopo nove anni al potere. “Ho intenzione di dimettermi dalla carica di leader del partito [libéral] e primo ministro una volta che il partito avrà scelto il suo prossimo leader”ha detto il cinquantenne, sul piazzale della sua residenza a Ottawa, notando a “Parlamento paralizzato da mesi”. Egli ha annunciato il prolungamento della sospensione dei lavori parlamentari fino alla fine di marzo – inizialmente contro la fine di gennaio -, suggerendo nuove elezioni nel frattempo.
Come spiega Geneviève Tellier, professoressa di studi politici all’Università di Ottawa, il capo del governo canadese era stato duramente contestato per diversi mesi dall’opposizione conservatrice, ma anche all’interno del suo stesso campo, accumulando passi falsi e defezioni.
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Come si spiegano le dimissioni di Justin Trudeau, quando le elezioni si sarebbero dovute tenere entro la fine dell’anno?
Justin Trudeau, come il suo partito, si trova ad affrontare una crescente impopolarità, dopo nove anni di usura al potere, in un contesto di crisi inflazionistica e immobiliare in Canada. Dall’autunno del 2023 il Partito Liberale è rimasto indietro nei sondaggi. La situazione è addirittura peggiorata, dato che i liberali si trovano ora a 20 punti dal Partito conservatore canadese, il principale partito di opposizione, guidato da Pierre Poilievre.
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