I disastri si susseguono ai quattro angoli del globo in un frastuono ininterrotto: appena tre giorni dopo il passaggio del ciclone Chido su Mayotte, è il turno di Vanuatu di soffrire le agonie della desolazione. L'arcipelago della Melanesia, situato nel Pacifico, è stato scosso martedì da un terremoto di magnitudo 7,3 della scala Richter. L'epicentro del fenomeno sismico è stato rilevato a una profondità di 43 chilometri in mare e a soli 30 chilometri dalla capitale Port Vila, facendo scattare una breve allerta tsunami che ora è stata revocata.
Al momento in cui sono state scritte queste righe non era stato accertato alcun bilancio ufficiale delle persone ma le vittime sono state diverse. Un testimone presente nel centro della città ha detto all'AFP di aver visto cadaveri sparpagliati tra le macerie degli edifici. Le scosse hanno fatto crollare interi ponti e causato frane, in particolare lungo una ripida collina che domina il terminal marittimo internazionale. Interi edifici crollarono come castelli di carte e molte automobili rimasero sepolte.
L'ambasciata degli Stati Uniti a Port Vila, che ospita anche l'ambasciata francese e la rappresentanza diplomatica della Nuova Zelanda, è stata gravemente danneggiata. IL “Il personale diplomatico è sano e salvo” esulta l'ambasciatore francese Jean-Baptiste Jeangène Vilmer su X (ex Twitter), pur temendo “molte le vittime nel Paese”.
Risposte attese
“Stiamo monitorando da vicino la situazione a Vanuatu dopo il devastante terremoto di questo pomeriggio” et “siamo pronti a fornire il nostro supporto (…) quando verrà valutata l’entità del danno”, Lo ha comunicato il ministro degli Esteri australiano Penny Wong.
I circa 320mila vanuatuani che vivono nelle 80 isole dell'arcipelago temono ormai nelle ore e nei giorni a venire scosse di assestamento, soprattutto perché si verificheranno su fondazioni ormai instabili e pareti potenzialmente fessurate dalla prima scossa. Vanuatu è un arcipelago basso situato sull'anello di fuoco sismico del Pacifico; lì i terremoti sono frequenti. Ciò lo rende uno dei paesi più vulnerabili al mondo ai disastri.
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