Mentre la rete di distribuzione dell'acqua potabile e dei servizi igienico-sanitari è fuori servizio, il consumo di acqua sporca o inquinata da parte dei residenti potrebbe portare non solo a gastroenterite, ma anche a casi di febbre tifoide, leptospirosi o ancora colera.
Pubblicato il 17/12/2024 07:41
Aggiornato il 17/12/2024 08:01
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A Mayotte, mentre il ciclone Chido ha devastato l'isola sabato, tre giorni dopo, la situazione è, martedì 17 dicembre, “caotico” e il bilancio umano continua ad aumentare “per diventare più pesante”annuncia il sindaco di Mamoudzou, capitale di Mayotte. Lo ha riferito martedì mattina Ambdilwahedou Soumaila “22 morti, 48 feriti gravi e 1.421 feriti leggeri”riportando gli ultimi dati raccolti dal centro ospedaliero di Mayotte.
Le autorità sanitarie ora temono il rischio di focolai di epidemie. La rete di distribuzione dell’acqua potabile e dei servizi igienico-sanitari è fuori servizio e il rischio è la diffusione di batteri o virus attraverso l’acqua non pulita prelevata da pozzi o fiumi. Il consumo da parte dei residenti di quest'acqua sporca o inquinata potrebbe portare non solo alla gastroenterite, ma anche a casi di febbre tifoide, leptospirosi (legata ai ratti) o addirittura colera. Il colera ha già colpito più di 200 persone a Mayotte tra febbraio e luglio 2024.
La febbre, i problemi intestinali e la grave disidratazione legati a questa malattia trasmessa per via batterica richiedono una diagnosi e un trattamento rapidi. In caso di ripresa dell’epidemia, si tratterebbe di una grave sfida sanitaria che richiederebbe rinforzi medici.
Mayotte era riuscita ad arginare questa epidemia di colera per quattro mesi. È stato possibile fermarlo quest'estate grazie alla somministrazione di antibiotici e alla vaccinazione di 30.000 persone. Ma una lotta efficace e sostenibile richiede anche l’affidabilità della rete di acqua potabile e condizioni igieniche minime per la popolazione, che non possono più essere garantite nell’immediato.
Altra preoccupazione: un lavoro dell'Istituto Pasteur ha recentemente stabilito che il ceppo di colera che circolava a Mayotte ha la particolarità di essere più virulento della media, con rischio di resistenza ai trattamenti. Inoltre il caldo potrebbe complicare ulteriormente la situazione. Attualmente a Mayotte ci sono tra i 25 e i 30 gradi. Oltre al problema dell’accesso all’acqua potabile, sull’isola sta entrando anche la stagione delle zanzare, con il rischio di trasmettere alla popolazione virus come la dengue o la chikungunya. Queste malattie causano sintomi più o meno pronunciati: febbre, mal di testa e dolori articolari. Se i casi aumenteranno nelle prossime settimane, la cura dei pazienti più colpiti aumenterà ulteriormente la pressione su un sistema sanitario già esausto.