In uno scenario che riflette manipolazione e disprezzo per il Marocco, la cerimonia organizzata dalla Confederazione di calcio africano (CAF) a Marrakesh ha suscitato ampie polemiche, in quanto l’evento sembrava uno spettacolo farsesco che non procura alcun reale guadagno al Regno se non qualche piccoli premi, e la domanda che sorge con forza: qual è il vantaggio di organizzare questa cerimonia in Marocco se il risultato finale è che un giocatore marocchino viene privato del Pallone d’Oro per il secondo anno consecutivo? Dopo l’inganno subito lo scorso anno dal portiere Yassine Bounou, questa volta è toccato ad Achraf Hakimi.
D’altro canto, sembra che il presidente della Federcalcio marocchina, Faouzi Lakjaa, abbia messo in imbarazzo la stella marocchina Achraf Hakimi durante la cerimonia, poiché era chiaro che la stella del Paris Saint-Germain non era venuta a Marrakesh con la madre e la famiglia se non sulla base di forti promesse di vincere con il Pallone d’Oro, la prova di ciò è che non ha partecipato alla cerimonia l’anno scorso dopo aver saputo in anticipo che il nigeriano Victor Osimhen aveva vinto.
Certo è che se Lekjaa, che ha una grande influenza nel CAF, sapesse in anticipo che Ademola Lookman avrebbe vinto il premio, come avrebbe potuto lasciare che una stella marocchina del calibro di Hakimi venisse ad applaudire il vincitore del Pallone d’Oro? Oppure il rettore dell’università, a sua volta, è caduto nella trappola dei potenti movimenti all’interno della CAF, e Hakimi è stato implicato nella sua insignificante partecipazione al partito di Marrakesh?
L’organizzazione di partiti CAF in Marocco resta vana, finché l’apparato africano continua ad adottare una politica dietro le quinte e a distribuire i premi in base agli interessi e ai blocchi, trascurando di apprezzare adeguatamente gli sforzi dei giocatori marocchini.