Aggiornamenti live di Warriors vs. Rockets: quarti di finale della Coppa NBA come guardare, programma e quote

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Prendendo in prestito il gesto esclamativo di Steph Curry, Draymond Green non stava mettendo a letto i Minnesota Timberwolves. No, quando domenica ha girato attorno allo schermo di Curry e ha sottolineato la vittoria per 114-106 dei Golden State Warriors con una schiacciata fragorosa, quanto può essere fragorosa per un 34enne con il rimbalzo di un assistente allenatore, Green stava mettendo il Lupi di legno a dormire. La sua versione non era quella di un patriarca affettuoso, ma un gancio destro a caccia di una commozione cerebrale. In senso figurato, ovviamente.

Green ha corso lungo tutto il campo, le mani giunte e gli avambracci costituivano un cuscino gigante, il sorrisetto sul suo volto scherniva gli sconfitti. Un po’ di sale in più per la squadra che vede protagonista Rudy Gobert, il giocatore preferito da disdegnare di Green e vittima del pick-and-roll invertito dei Warriors. Con l’arena in delirio e dopo aver cacciato i Timberwolves dall’edificio con un pollice sopra la spalla, Green ha eseguito il “Night!” Notte!” ancora una volta, questa volta sotto forma di posa, con una posizione ampia e una smorfia dura.

È una vittoria, e solo la seconda in otto partite. È finita una squadra che li aveva battuti in cinque partite consecutive e che dovranno rivedere in Minnesota questo mese. Ma non si trattava dei Timberwolves. Questa era energia di sopravvivenza. Per i Warriors è stata una partita mostruosa. Un gioco di convalida. Un gioco di vitalità.

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La schiacciata di Draymond Green ha messo a letto i Wolves e forse ha svegliato i Warriors

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