dal nostro inviato Matteo Nava
11 dicembre 2024 (modifica alle 23:01) – Torino
Dusan Vlahovic torna a esultare in casa su azione dopo 253 giorni, Michele Di Gregorio fa due miracoli e Weston McKennie segna in mezza rovesciata. Per battere 2-0 il Manchester City di Guardiola, tornare a correre in Champions League e raddrizzare una stagione in calare, serviva una serata così. La Juventus di Thiago Motta guarisce dalla pareggite nella partita sulla carta più difficile della stagione conferma di saper sopperire all’inesperienza con il carattere, come nel finale di partita contro il Bologna. E la classifica, ora, fa molta meno paura.
a conta fatta
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In una simmetrica operazione “recupero uomini” per rimpolpare la panchina, Motta e Josep Guardiola ritoccano per quanto possibile anche i titolari in confronto ai rispettivi impegni di campionato di qualche giorno prima. Senza Andrea Cambiaso la Juventus ritrova dall’inizio Nicolò Savona, più Khephren Thuram e Kenan Yildiz risparmiati per un’ora contro il Bologna. Pep opta invece per due ali fresche, Jack Grealish e Jeremy Doku, con Ederson che si riprende il posto in porta come Di Gregorio. Chi non c’è possibilità di cambiare sono invece i due centravanti, Vlahovic ed Erling Haaland, per definizione minacce numero 1 di bianconeri e Citizens. Gli allenatori, chiamati anche alle operazioni “recupero fiducia” e “recupero punti” in Champions League, cucinano insomma con gli ingredienti a disposizione. Il nodo principale della sfida è che, nonostante le proprie filosofie calcistiche improntate al possesso, il pallone in campo è uno soltanto. Per tutta la prima fase di partita lo gestiscono gli ospiti, con Rico Lewis che da terzino sinistro, in costruzione, si accentra in mediana ancor di più di quanto fa solitamente Cambiaso in bianconero, a dimostrazione delle influenze “guardiolane” di Motta.
la mano di digre
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Se il merito di una Juventus molto cauta è quello di deviare le idee inglesi verso le fasce con aggressività sui portatori di palla e compattezza in mezzo, quello del Manchester City è di lasciare davvero poco il pallone ai bianconeri, che si rendono pericolosi nel primo tempo con un tiro improvviso di Yildiz e con un paio di strappi mai però sbocciati in altre vere occasioni. Nonostante i tifosi spingano per una maggiore proiezione offensiva – e rumoreggino dopo un paio di passaggi sbilenchi di Teun Koopmeiners -, la Juventus non perde il coraggio di rischiare un possesso palla fitto anche nella propria area per eludere il pressing di Guardiola. E non lo perde nemmeno dopo l’unica ma limpidissima chance degli ospiti, quando Kevin De Bruyne vede nel futuro e smarca Haaland con un passaggio nello spazio vuoto alle spalle di Pierre Kalulu: il difensore si perde il norvegese, ma Di Gregorio resta freddo sul tentativo di “scavetto” del centravanti e para con la sua manona. Fino a quel momento l’highlight della serata è lo scontro fortuito tra Koopmeiners e l’arbitro Clement Turpin, costretto a chiedere un break di qualche secondo per ritrovare il respiro dopo la botta al costato.
bentornato dusan
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Gli amanti dei tackle avranno apprezzato la fisicità del primo tempo, che però in quanto a spettacolo non ha speranze di finire negli spot televisivi della Champions League. Strano a dirlo, ma la giocata da copertina la fa due volte in un’azione Federico Gatti, al 53′, nell’azione del vantaggio. Il numero 4 soffia con eleganza il pallone a Haaland, riparte in progressione facendosi metà campo palla al piede e serve a destra Francisco Conceiçao, che la mastica e poi gliela restituisce con un cross per l’imprevedibile mezza rovesciata del centrale bianconero. Gol? Non ancora, Ederson respinge, Yildiz reitera il cross dall’altra fascia e Vlahovic incorna a rete: il rimpallo a cavallo della linea di porta lascia attimi di dubbi, ma l’orologio di Turpin vibra e il serbo torna a esultare su azione all’Allianz Stadium come non accadeva dallo scorso 2 aprile nella semifinale di Coppa Italia contro la Lazio.
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firmato wes
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A questo punto gli uomini di Guardiola cambiano decisamente marcia rimpiazzando il lento del primo tempo con passi ben più frenetici: la difesa di Motta traballa, ma respinge diversi tiri pericolosi con il sacrificio di chi si immola a rotazione. L’episodio favorevole trascina quindi i bianconeri sulla barca della sofferenza e dopo una splendida parata sotto l’incrocio di Di Gregorio su Ilkay Gundogan, Timothy Weah e McKennie offrono corsa e fiato al posto di Conceiçao e Thuram. Passano sei minuti e la panchina produce il raddoppio con un’azione che fa tremare lo Stadium per il boato dei tifosi: l’ex Danilo inchioda un tentativo di dribbling di Doku e innesca il contropiede, McKennie sventaglia per Weah, che prima tenta un tiro – respinto – e poi serve proprio il connazionale in mezzo all’area: mezza rovesciata “alla Gatti”, questa volta a rete, e McKennie fa piombare Guardiola nella peggiore crisi di risultati della sua carriera. Manuel Locatelli, che nel pre-campionato veniva fischiato, finisce la partita chiamando l’ovazione dei tifosi, ormai riconquistati.
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