Prima dell'headbanging dell'Hellfest, alcuni frequentatori abituali si scatenano sui social network il giorno dopo l'annuncio della programmazione del 18° festival di musica estrema, che si terrà dal 19 al 22 giugno 2025 a Clisson (Loira Atlantica). Il motivo? Beh, la programmazione, appunto, che non fa solo felici le persone…
Il caso Musa…
La prima polemica riguarda l'arrivo del gruppo britannico, previsto venerdì 20 giugno 2025 sul Mainstage 01 e considerato “troppo pop” dai metalhead indignati: “Muse? ! Serio !!! Presto avremo anche Lady Gaga? ! », indignata Fanny B. su Facebook. “L’Hellfest sta perdendo la sua identità con gruppi come i Muse […] Una grande macchina commerciale! », aggiunge Cyril J..
Una delusione, però, temperata dagli altri frequentatori abituali: “Sono sicuro che davanti ai Muse ci sarà il tutto esaurito nonostante il wow wow! », ride Bruno N., mentre Jauhn L. sottolinea giustamente “C'è Cypress Hill, quindi i Muse stanno bene”. E' vero, beh ci offende la presenza di un gruppo pop-rock ma neanche una parola su quella della crew hip-hop?
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“Ho accettato (Muse) perché mi mancava un headliner e il pubblico dell'Hellfest è sempre più aperto”, ha detto Ben Barbaud, il direttore del festival parigino. Con l’età anch’io sono maturato, sono meno settario […] oggi preferisco scioccare i frequentatori del festival piuttosto che ripetere sempre gli stessi artisti”.
Una posizione coerente, se ricordiamo che lo stesso organizzatore aveva dichiarato, nel luglio 2024, sulle colonne di Francia occidentale : “La prossima generazione è qui e in futuro dovremo accettare di aprire. Non dico di no, ad esempio, all'idea di avere Muse, Placebo o Green Day… La dose di punk qui è sempre stata importante.
…e il caso Till Lindemann
Più “seria”, una polemica circonda la programmazione (giovedì 19 giugno 2025 su Mainstage 01) di Till Lindemann, il cantante dei Rammstein accusato l'anno scorso di violenza sessuale… Anche se l'Hellfest si è rifiutato di programmare Marilyn Manson, è stato accusato anche di violenza sessuale da diverse donne.
“Non sono un giudice, ma un direttore di festival e un programmatore”, spiega il fondatore di Hellfest pariginoaggiungendo che “il procedimento legale contro di lui (Till Lindemann) è stato abbandonato dalla procura tedesca per mancanza di prove. E invito gli artisti che la gente vuole vedere”.
Il nostro file “Hellfest”.
Non è sicuro, però, che la sua argomentazione soddisferà tutti i suoi spettatori. Ben Barbaud, però, assicura che questi ultimi all'Hellfest sono al sicuro: “Questo non è né un ritrovo macho, né un posto insicuro per le donne, promette. Stanno occupando sempre più spazio lì. […] Dieci anni fa rappresentavano il 10% del pubblico, oggi sono il 35%”.