Dopo la battuta d’arresto di San Mamés, il Real Madrid guarda alla classifica. Quattro punti, una partita in meno… “non siamo poi così male”. Una consolazione che svanisce presto se si guarda un’altra classifica, quella della Champions League: la squadra del merengue è 24esima, ultima classificata nei play-off… e tutto potrebbe andare peggio questo martedì, in cui i bianchi visitano una delle rivali più in forma, l’Atalanta.
Quarantotto ore prima che il Real Madrid cadesse a Bilbao, la ‘Dea’ vinse 0-2 a Roma restando ad un solo punto dal Napoli. Nessuno ha vinto così tante trasferte in Italia (16) e nessuno ha segnato così tanti gol (36). E in Champions i bergamaschi sono quinti, non hanno ancora perso e sono la seconda squadra con meno gol subiti (uno) dopo l’Inter. Nella sala macchine del campione, con appena sei punti, tre sconfitte e nove gol subiti, sono scattati tutti gli allarmi.
Troverai una piccola opera di ingegneria ideata, progettata, costruita, lucidata e messa in moto da Gian Piero Gasperini, uno stratega di successo tardivo (66 anni) che ha trasformato una squadra eternamente modesta in uno dei club più importanti d’Italia. e titolare in Europa: in 117 anni di storia, l’Atalanta aveva disputato appena quattro stagioni in una competizione continentale… e con il tecnico sono state sette qualificazioni in otto stagioni.
Il vecchio professore è un amante del ‘calcio totale’, dove difende e attacca con passione, nei duelli frenetici non si fanno quasi concessioni e talvolta regna un caos apparente, di cui quasi sempre prende il sopravvento. Faccia gentile e lenta ma sguardo tagliente, con più di 850 partite in panchina (407 a Bergamo), Gasperini è sempre stato un allenatore ‘contro natura’ nell’Italia del ‘catenaccio’, ma nel calcio moderno ha ritrovato significato nel suo piano. Il suo piano non ha funzionato a Crotone, Genoa, Inter o Palermo, ma questa Atalanta sta andando alla grande.
Rivalutare
Arrivò al 16/17 con dubbi e perse quattro delle prime cinque partite. Ma la fiducia del club nel progetto del torinese era forte… e ne è valsa la pena. E, soprattutto, convinse il grande boss (Antonio Percassi, massimo azionista e imprenditore di successo che fu anche calciatore della ‘Dea’) che con un investimento ragionevole avrebbe potuto far entrare il club nell’élite. Cosa è ragionevole? Dal 16/17, l’Atalanta è il 29esimo club al mondo che ha speso di più in trasferimenti: 613,18 milioni di euro… ma l’unico nella ‘top 30’ insieme a Dortmund (18esimo) e Monaco (20esimo) con un saldo positivo: il suo fatturato ammonta a 786,73 milioni. Solo quest’anno ha speso 96 milioni (il 21esimo investimento più grande dell’estate), ma è stato venduto per 115: l’unica ‘Top-25’ con numeri ‘verdi’.
È la prova inequivocabile che Gasperini rivaluta i suoi calciatori. Le cessioni più grandi nella storia del club sono quelle di Hojlund, per il quale furono pagati 20 milioni allo Sturm Graz e 74 milioni ottenuti dallo United l’anno successivo; Koopmeiners, dal 14 all’AZ al 55 ricevuto dalla Juventus dopo tre stagioni; ‘Cuti’ Romero (17 alla Juve… 52 entrati dal Tottenham la stagione successiva); o l’ex Azulgrana Kessié, acquistato dal club ivoriano Stella per 1,5 milioni e ceduto al Milan per 32. O ancora gli acquisti nelle giovanili (Kulusevski è passato da 3,5 a 39 milioni in tre stagioni) o, direttamente, i giovani delle giovanili: Bastoni Cresciuto a Bergamo, ha firmato per l’Inter in cambio di 31 milioni.
Nello stesso anno arrivò Mateo Retegui dal Genoa in cambio di 22 milioni. È il capocannoniere della Serie A (12) e le big stanno già valutando un acquisto che supererebbe i 50 milioni. Il suo compagno d’attaccante, il nigeriano Ademola Lookman (autore della tripletta che ‘strappa’ l’Europa League al Leverkusen) potrebbe partire in cambio di 40 milioni… e lui è arrivato dal Lipsia per 9,5 milioni. E altri uomini come l’attaccante Scamacca (oggi infortunato, ma con un valore di mercato intorno ai 30), il giovane Scalvini (uno dei difensori centrali più promettenti d’Italia), il brasiliano Ederson (25enne centrocampista del pagato 23 milioni alla Salernitana) o il belga De Ketelaere (‘MVP’ dell’ultima giornata di Champions League, con due gol e tre assist) fanno rumore in un mercato in cui l’Atalanta sempre esce vincitore.