Vendite in caduta libera dopo anni di successi: sono bastati pochi mesi agli azionisti di Stellantis per rimuovere l'intrattabile capo del gruppo automobilistico, Carlos Tavares, le cui dimissioni erano state annunciate domenica 1È Dicembre 2024.
Il consiglio d'amministrazione aveva già sospeso il tecnico portoghese, annunciandone il ritiro all'inizio di ottobre e avviando un processo di successione, ma i disaccordi hanno accelerato le sue dimissioni.
Anche se i pianeti non fossero più allineati tra l'amministratore delegato e il consiglio di amministrazione di Stellantis, il gruppo sembra comunque soddisfatto del passaggio del portoghese e dovrebbe lasciarlo andare risarcindolo con diverse decine di milioni di euro, si apprende Franceinfo senza ulteriori dettagli.
Leggi anche: Dalla ripresa di PSA alle sue dimissioni, uno sguardo alla caduta di Carlos Tavares, ex amministratore delegato di Stellantis
Uno stipendio da 36,5 milioni di euro nel 2023
Proveniente dalla Renault, Carlos Tavares si è fatto un nome risanando il gruppo PSA (Peugeot-Citroën) a partire dal 2014, tagliando i costi. È poi riuscito, a quanto pare, nella mega fusione tra PSA e FCA (Fiat-Chrysler): dalla creazione di questo gruppo con quattordici marchi nel 2021 – da Peugeot a Fiat passando per Chrysler e Maserati – Stellantis ha stabilito una serie di record netti profitti.
Anche se lo Stato francese è azionista di Stellantis, una fonte del governo francese lo ha sottolineato domenica “Carlos Tavares avrà guidato l’acquisizione di Opel in 10 anni alla guida del gruppo e poi la fusione di PSA e Fiat Chrysler Automobiles nel 2021, dopo aver gestito le significative perturbazioni legate alla crisi Covid”.
Carlos Tavares ha negoziato un bonus significativo alla luce della remunerazione astronomica ricevuta. Era il capo più pagato dell'industria automobilistica, con 36,5 milioni di euro nel 2023. Si è difeso durante un viaggio in Mosella, sostenendo che il 90% del suo stipendio era “fatto dai risultati dell’azienda”. “Se pensate che questo non sia accettabile, fate una legge e cambiatela e io la rispetterò” ha aggiunto. Già nel 2022 Emmanuel Macron aveva giudicato “scioccante ed eccessivo” l'importo “astronomico” del compenso del direttore generale.