Questa terribile vicenda vissuta dal regista che ha ispirato questo film scioccante con François Civil

Questa terribile vicenda vissuta dal regista che ha ispirato questo film scioccante con François Civil
Questa terribile vicenda vissuta dal regista che ha ispirato questo film scioccante con François Civil
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Il 27 marzo 2024, il regista Teddy Lussi-Modesteen è uscito nei cinema francesi Niente onde. Un film molto personale che riecheggia il suo percorso da insegnante, lui che, come il personaggio di Julien Keller, ha avuto problemi con uno studente. Julien, un insegnante brillantemente interpretato da François Civil, al fianco di Toscane Duquesne, Mallory Wanecque, Shaïn Boumedine, Walid Afkir e persino Fadily Camara.

Niente onde : un thriller tempestoso sui banchi delle scuole medie

Niente onde ci porta nella vita quotidiana di Julien Keller. Lavorando in una scuola media della periferia parigina, questo insegnante di francese cerca di affascinare i suoi studenti con lezioni piuttosto originali. Un giorno, durante una lezione sulla seduzione, metterà in imbarazzo Leslie Reynaud. Segnata da questo momento che ritiene del tutto inappropriato, contatterà rapidamente la direzione della struttura. Verrà organizzato uno scontro tra l'insegnante, lo studente e suo fratello maggiore, il violento Steve. Dopodiché si diffonderà una voce pericolosa e Julien si ritroverà nell'occhio del ciclone, tra le minacce di Steve e una denuncia alla polizia fatta da diversi studenti universitari…

Niente onde : un episodio significativo vissuto dal regista, alla base del film

Come discusso poche righe sopra, lo stesso Teddy Lussi-Modeste ha vissuto un episodio simile quando era ancora professore universitario. Nella cartella stampa del suo lungometraggio, il regista spiega di aver ricevuto una lettera contro di lui, scritta da uno studente. Un adolescente lo accusa di averlo osservato insistentemente, con la mano sulla cintura. Il regista dice: “Ha 13 anni. Le cose le stanno sfuggendo di mano. Uno dei suoi fratelli maggiori mi minaccia di morte. Un altro la porta a sporgere denuncia contro di me. Mi rifiuto di mettermi in arresto perché stupidamente lo vedo come un'ammissione di senso di colpa. Esco ogni giorno da scuola chiedendomi se mi si romperanno le gambe. Vivo nella paura e nella vergogna – senso di colpa anche: non voglio che i colleghi che mi accompagnano alla metro vengano aggrediti a causa mia.

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