Dall'inizio del Conflitto israelo-palestinesei dibattiti si moltiplicano, sia in ambito politico che nella società civile. In Francia sono emerse numerose manifestazioni studentesche, in particolare a Sciences Po, a sostegno di Gaza. Queste mobilitazioni, spesso organizzate da gruppi della sinistra radicale, non sono piaciute a tutti. Tra le voci critiche, quella di Élie Semoun si è distinta per il suo tono diretto e inequivocabile.
Élie Semoun francamente sulla sua posizione
Il 29 aprile, sui suoi social network, il comico 61enne ha condiviso la sua esasperazione per queste iniziative, dichiarando:
“Bande di idioti ignoranti che promuovono Hamas che rifiuta il cessate il fuoco, che rubano denaro destinato ai palestinesi, che li tengono in ostaggio, ecc.. Quando saranno in Francia, li manderemo a riceverli.”ha confidato.
Queste osservazioni hanno causato una tempesta mediatica, accompagnata daun'ondata di insulti online, con alcuni che lo definiscono uno “sporco sionista”. Di fronte a questa ondata di odio, Élie Semoun ha deciso di sporgere denuncia, come ha rivelato pochi giorni dopo in un'intervista rilasciata a Il parigino.
“Sono arrabbiato e impotente di fronte a questa ondata di antisemitismo”
In questa intervista, Élie Semoun ha voluto spiegare il suo approccio, pur riconoscendo che le sue parole potrebbero essere state poco precise: “Ho chiamato gli studenti di Sciences Po idioti ignoranti. Probabilmente erano le parole sbagliate.. Ma sono così arrabbiato e impotente di fronte a questa ondata di antisemitismo, di fronte a tutta questa ignoranza.”ha spiegato.
L'artista, noto per il suo umorismo, afferma di essere particolarmente colpito dall'aumento delle tensioni attorno a questo tema. Lui stesso ebreo, quest'ultimo è preoccupato per il futuro della sua comunità, mentre gli atti antisemiti sono aumentati del 300% tra il 2023 e il 2024. “Non ho paura, ma sono preoccupato. Sono certo che i tempi saranno duri per gli ebrei. Israele è demonizzato… I terroristi di Hamas hanno avuto successo: Israele ha perso la battaglia dell'opinione pubblica.” Una posizione che gli è valsa tanto consensi quanto critiche, ma che lui accetta pienamente.
Un artista in piena introspezione
Al di là delle questioni politiche, Élie Semoun ha parlato anche del suo rapporto con la professione di artista, in un'intervista pubblicata il 3 novembre su Il diario della domenica. L'attore, presto protagonista del film Saremmo dovuti andare in Grecia con Gérard Jugnotha ammesso che la sua visione della scena si è evoluta nel tempo: “Prima, quando salivo sul palco, ero molto più spensierato, oggi mi faccio molte più domande e, a volte, mi censuro”.ha dichiarato colui che ha una passione insolita. Questa introspezione riflette una forma di maturità e cautela nel suo approccio all'umorismo, soprattutto in un contesto così polarizzato.
Élie Semoun, una voce che divide
Insieme ad Arthur, Élie Semoun è una delle rare figure del mondo dello spettacolo a parlare pubblicamente a favore di Israele. Questa posizione gli è valsa numerose minacce, ma anche una spaccatura tra i suoi fan. Alcuni lodano il suo coraggio, mentre altri lo criticano per il suo tono incisivo. Nonostante ciò, Élie Semoun rimane fedele alle sue convinzioni. Arrabbiato per l'ignoranza e l'odio che osserva, il padre di Antoine Semoun continua a far sentire la sua voce, anche se ciò significa suscitare polemiche. Per il comico non si tratta semplicemente di difendere una causa, ma di prendere posizione di fronte ciò che ritiene essere un'ingiustizia.
In attesa dell'uscita del suo prossimo film, Élie Semoun non abbassa la guardia. La sua determinazione ad esprimersi, anche in
un contesto ostiledimostra fino a che punto è pronto ad abbracciare le sue idee, senza compromessi.