In commissione viene approvata l’abrogazione della riforma delle pensioni: un enorme passo indietro per Macron e le sue truppe

In commissione viene approvata l’abrogazione della riforma delle pensioni: un enorme passo indietro per Macron e le sue truppe
In commissione viene approvata l’abrogazione della riforma delle pensioni: un enorme passo indietro per Macron e le sue truppe
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Il Nuovo Fronte Popolare mantiene le sue promesse. Questo mercoledì la Commissione Affari Sociali dell'Assemblea Nazionale ha adottato l'abrogazione della riforma pensionistica di Emmanuel Macron. Un voto chiaro (anche se, per il momento, simbolico) e un netto arretramento per il campo presidenziale: 35 favorevoli e 16 contrari.

“Vittoria! Ci vediamo giovedì prossimo, 28 novembre, in una sessione per cambiare la tua vita”, accoglie con favore il gruppo Insoumise, all'origine del testo. Quest’ultima deve ancora proseguire il suo lungo percorso legislativo. Il disegno di legge (PPL) sarà all'ordine del giorno, in emiciclo, tra una settimana, durante la nicchia parlamentare di FI. Se verrà adottato, il gruppo comunista al Senato dovrebbe accoglierlo nella sua nicchia il 30 gennaio 2025.

“È la voce del popolo che parla”

Questo PPL prevede il ritorno dell’età pensionabile a 62 anni, invece dei 64 come deciso unilateralmente da Emmanuel Macron e dal suo governo nel 2023, senza il voto dell’Assemblea nazionale. “È un enorme sollievo. Il primo passo di una procedura che i macronisti non potranno più fermare”, esulta la ribelle Clémence Guetté.

E la deputata ambientalista Sandrine Rousseau ha ricordato: “Siamo rappresentanti del popolo e il popolo respinge questa riforma delle pensioni. Attraverso le nostre voci, è la sua voce che si esprime. » “Mi sorprende sempre il disprezzo di quello che chiamiamo “blocco centrale” sulla questione della riforma delle pensioni, per ricevere lezioni di gestione da chi ha gestito il Paese per 7 anni”, denuncia il comunista Yannick Monnet, di fronte all'atteggiamento dei macronisti che continuano a difendere strenuamente la riforma odiata da oltre il 90% della popolazione attiva.

Mentre i sostenitori del governo ovviamente hanno votato contro il testo, i deputati del Raggruppamento Nazionale, dopo aver procrastinato l'abrogazione votando contro durante l'esame del bilancio, hanno finalmente dato il loro voto. Il resto della battaglia si giocherà quindi il 28 novembre in seduta pubblica, prima che a farsi carico sia il Senato, dove la destra ha un'ampia maggioranza.

Di fronte all'estrema destra, non arrendetevi!

È passo dopo passo, argomento contro argomento, che dobbiamo combattere l’estrema destra. Questo è ciò che cerchiamo di fare ogni giorno nell'Umanità.

Di fronte agli attacchi incessanti di razzisti e fomentatori di odio: sosteneteci! Insieme, portiamo un'altra voce in questo dibattito pubblico sempre più nauseante.
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