In onda mercoledì 20 novembre su France 2, alle 21:05, Rapporti (nostro parere), un film TV con Cécile Bois, Odile Vuillemin e Bruno Solo è ispirato all'omonima storia di Laurence Brunet-Jambu e sua nipote Karine, pubblicata da Ring nel 2019. Adattato e diretto da Eric Métayer (che ha co-realizzato Solletico), racconta la feroce lotta di una donna, Laurence Brunet Jambu, contro la giustizia e i servizi sociali, per salvare sua nipote, Karine, dalle grinfie dei suoi genitori carnefici e del loro amico pedofilo a cui l'ha “consegnata” per pochi bottiglie e altri regali…
Rapporti : La terribile storia vera che ha ispirato il film TV con Cécile Bois e Odile Vuillemin
Oltre alle percosse, agli insulti e alle umiliazioni da parte dei suoi genitori, la piccola Karine è stata violentata da questo “amico di famiglia” residente a casa loro, di età compresa tra 5 e 7 anni, dal 2002 al 2005. Quando, nel 2009, confidò il suo calvario a sua zia Laurence (interpretata da Cécile Bois), che si è immediatamente rivolta alla giustizia, all'istruzione nazionale, ai medici e ai servizi sociali, per presentare numerose denunce, 13 in totale! – e prendi da lei la bambina. Invano. Né la fedina penale di sua madre (interpretata da Odile Vuillemin), già condannata a 18 anni di carcere per aver pugnalato il suo bambino con 180 coltellate! -, né l’aumento della violenza fa cedere l’Amministrazione. In nome del sacrosanto vincolo genitoriale, la bambina viene sistematicamente rimandata ai suoi aguzzini. “Più denunciavo e più ero la strega visto che tutti mi chiamavano così, ricorda Laurence Brunet-Jambu. Sono stato addirittura costretto a firmare una lettera di scuse in cui dovevo chiedere perdono alla Giustizia per tutti i problemi che avevo causato!”
Rapporti: Cosa è successo ai personaggi reali della finzione?
Nel 2016, Karine è stata finalmente adottata da Laurence, già madre di cinque figli, ed è oggi una mamma di 27 anni. Se il suo stupratore recidivo, Roland Blaudy, ricevesse trent'anni di carcere nel 2018 – con le scuse presentate dal procuratore generale che riteneva che la giustizia avesse avuto “mancanza di lungimiranza“(sic!) -, ci sono voluti ventuno anni perché i suoi genitori fossero condannati anche a due anni di detenzione sospesa per sua madre, e tre anni di cui sei mesi di carcere contro suo padre per averla costretta a tacere sull'accaduto Per quanto riguarda gli stupri subiti, Laurence Brunet-Jambu ha finito per ottenere una condanna da parte dello Stato per negazione della giustizia: “Se combattessi, diceè così che Karine può alzarsi. Volevo che lo vedessero i magistrati, i medici e tutte le persone che non mi ascoltavano. La sua ricostruzione è passata da lì”.