Cuba Scott/Cuba Scott
Paul Mescal incarne Lucius / Hanno dans « Gladiator II »
CINEMA – Massimo è sugli Champs-Élysées, Lucio a sua volta si impossessa del Colosseo Gladiatore II. Questo mercoledì, 13 novembre, gli spettatori scopriranno l'attesissima seconda parte del film cult di Ridley Scott uscito nel 2000. Il lungometraggio con Paul Mescal vuole essere un fedele seguito del film con Russell Crowe, con un cast quasi interamente rinnovato. Era molto pericoloso, ma ha funzionato.
Dobbiamo ammetterlo, è stato con un po' di riluttanza che siamo entrati nell'arena, 24 anni dopo averla lasciata. Gladiatore è uno dei film cult della storia della settima arte, un monumento quasi sacro, considerato impossibile da rivisitare. Ridley Scott ha tuttavia corso il rischio con un approccio audace: fare affidamento (a volte un po' pesantemente) sull'eredità di Gladiatorereinventando il mito.
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Gladiatore II è ambientato 16 anni dopo la morte di Massimo e Commodo (Joaquin Phoenix) sulla sabbia del Colosseo. Il lungometraggio segue il destino di Hanno (Paul Mescal), un romano adottato dal popolo numida quando era bambino e chiamato Lucius. Dopo l'invasione dell'esercito guidato dal generale Accacius (Pedro Pascal) e la morte di sua moglie, viene portato come schiavo a Roma e rapidamente individuato dall'ambizioso sponsor dei gladiatori Macrinus (Denzel Washington).
Gladiatore II, puro intrattenimento
Come il primo, Gladiatore II soddisfa tutte le esigenze del blockbuster hollywoodiano che amiamo guardare divorando (troppe) grandi quantità di popcorn. Ridley Scott non ha badato a spese per offrire agli spettatori un film visivamente abbagliante. Le ambientazioni, alcune delle quali naturali, sono sublimi. I costumi sono superbi. E le numerose scene di battaglia e combattimento sono mozzafiato.
Immagini della Paramount / Immagini della Paramount
Una scena di Naumachia al Colosseo raffigurata nel “Gladiatore II”
Gladiatore II in particolare tira fuori tutte le fermate nell'arena. Usciti dagli animali selvatici, gli spettatori potranno vedere Lucius affrontare scimmie rabbiose, un rinoceronte o anche squali (sì sì). E un certo numero di altri combattenti corazzati che cerca di correggere con pugni e spade, a volte anche sull'acqua.
Lucio non a caso si rivela il degno successore di Massimo al Colosseo, infiammando la folla con la sua forza, la sua violenza e la sua impertinenza nei confronti dei più potenti di Roma. Sfrutta la sua posizione per cercare di vendicarsi del generale mentre la moglie di quest'ultimo, Lucilla (Connie Nielsen), scopre che lui è in realtà il figlio avuto da Maximus. Allo stesso tempo, gli imperatori gemelli Caracalla (Fred Hechinger) e Geta (Joseph Quinn) regnano come tiranni su Roma e sulla popolazione. Gli imbrogli politici dietro le quinte ravvivano la storia per aggiungere, come nel primo, un'altra dimensione.
Non mancano i riferimenti al film del 2000. Oltre a Connie Nielsen (e Derek Jacobi che ritorna come Gracco), Gladiatore II inonda lo spettatore di ammiccamenti, ricordi e citazioni, tanto che a volte è difficile non fare un (pericoloso) paragone.
Cinque combattenti nell'arena
Ma dove Gladiatore era soprattutto una storia di vendetta e di duello tra due uomini, Gladiatore II ha deciso di portare più combattenti nell'arena. Si tratta in realtà di un balletto in cui cinque protagonisti si confrontano e si scontrano. Annone è il ballerino delle stelle e vede gravitare attorno a sé, senza nemmeno rendersene conto, forze opposte: il complesso generale Accacio, la madre che lo ha abbandonato, l'intransigente Macrino e l'onorato imperatore Geta.
Aidan Monaghan / Aidan Monaghan
Joseph Quinn nel ruolo dell'Imperatore Geta in “Il Gladiatore II”
L'attore irlandese Paul Mescal, che è diventato un'impressionante montagna di muscoli per il ruolo, non ha nulla di cui vergognarsi per la sua interpretazione. Ma bisogna riconoscere una cotta per quelle del carismatico Denzel Washington e del giovane Joseph Quinn, avvistati in particolare Cose più strane.
Gladiatore II è insomma un ottimo intrattenimento, un lungometraggio non solo epico ma anche molto bello. Certamente, lo spettro di Gladiatore aleggia sopra di lui, a volte un po' troppo vicino. Ma niente abbastanza per impedirci di tremare di piacere nel sentire le parole “ Forza e onore ».
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