I piedi ben piantati sul pontileBenjamin Ferré continua le interviste. Per il trentenne che sta per iniziare il suo primo Vendée Globe, tutto questo è nuovo. E se può ancora girare in incognito per il villaggio, lo skipper si assapora la sua recente notorietà. Pur mettendo le cose in prospettiva: “Non sono Jean le Cam né Clarisse Crémer, me ne rendo conto.”nota scoppiando a ridere.
Quasi a dimostrare che si sbagliava, il giovane capitano viene interrotto da applausi e applausi: è il suo sponsor, la società Monnoyeur. Decine di loro sono venuti per incoraggiare il loro puledro. Per raggiungere il pontile dovemmo farci strada tra la folla. “Quando vedi che c'è ancora gente che lo fa quattro ore in fila venire lì! Penso che basta uno sguardo, una firma, per poterlo offrire molto facilmente, sia grandioso “, sorride il marinaio 34enne.
Già un viaggio in solitaria intorno al mondo… in autostop!
Arrivato come altri 40 skipper tre settimane fa al villaggio Vendée Globe, Benjamin Ferré ha avuto il tempo di abituarsi all'atmosfera del villaggio. “Mi ero preparato molto per questo, mi spaventava, non temevo non gestire le mie emozioni o quelli degli altri“, spiega. Alla fine l'esperienza gli è piaciuta.”Ho scoperto molte cose nelle ultime tre settimane e quindi non ho alcuna pressione particolare perché è il mio primo Vendée Globe, a parte un desiderio terribile di finirlo qualunque cosa accada.”.
Il protetto di Jean le Cam, residente come lui a Port-la-Forêt nel Finistère, si gode con calma la sua occasione. “Mi stressa quasi il non essere stressatoAlla vigilia della partenza riconosce tuttavia una certa impazienza: «Sono tre settimane che tutto è programmato nelle mie giornate. So esattamente quando faccio sport, quando dormo, quando faccio un pisolino, quando mangio, quando vado a guardare i media. E da domenica non si sa più nulla. È il grande salto verso l'ignoto. E mi sono condizionato per questo, per cambiare completamente“, analizza l'uomo che ha già viaggiato per il mondo da solo, ma in autostop, sulla terraferma.
Il marinaio intende comunque sfruttarlo al meglio fino alla fine questa incredibile esperienza ed in particolare la risalita del canale prima della partenza. “Voglio viverlo al massimo. Voglio giocare con il pubblico. E poi appena esco dal canale mi metto in modalità corsa. Concentrazione assoluta per essere perfettamente pronti per i primi giorni di gara“.