L’economia è sotto pressione, in Ucraina c’è ancora la guerra e con la rielezione del presidente americano Trump l’incertezza cresce. In questo momento di crisi, il governo tedesco sta cadendo a pezzi. Dopo lo spegnimento del semaforo, il cancelliere Olaf Scholz (SPD) ha guidato un governo di minoranza composto dall’SPD e dai Verdi. Il FDP è ora all’opposizione. Per ogni proposta legislativa Scholz deve quindi trovare sostegno nel Bundestag oltre all’SPD e ai Verdi: una sfida che esacerba la vita quotidiana del governo. È già chiaro che numerosi progetti semaforici pianificati potrebbero essere fermati, compreso il budget per il prossimo anno.
Scholz: Dite addio ai progetti “senza indugi” prima di Natale
Scholz non vuole chiedere al Bundestag un voto di fiducia fino a gennaio e aprire la strada a nuove elezioni – perché: il politico dell’SPD intende portare al voto le proposte legislative chiave nelle restanti settimane della sessione del Bundestag fino a Natale. Per Scholz ciò include sgravi fiscali, spese per la sicurezza e stabilizzazione della pensione. Sottolinea che questi progetti “non tollereranno alcun ritardo”.
L’esperto di bilancio della PLR Otto Fricke segnala che il suo partito potrebbe accettare singoli progetti che la PLR ha precedentemente sostenuto nel governo. Si tratta in particolare di sgravi fiscali per cittadini e imprese.
La CDU vincola la cooperazione a nuove elezioni rapide
La posizione nell’Unione è diversa: la politica della CDU Franziska Hoppermann lega l’approvazione a una condizione: Scholz deve aprire la strada a nuove elezioni più rapidamente: “Deve porre la questione della fiducia la prossima settimana. E quando sarà chiaro quale sarà il calendario è quindi “Possiamo parlare di cose che non possono essere rinviate, come le procedure di appalto per la Bundeswehr”.
Il deputato del Bundestag bavarese Florian Oßner, capofamiglia della CSU, aggiunge: Progetti come l’iniziativa per la crescita non sono ancora stati concordati all’interno della coalizione del semaforo. “Come dovremmo rispondere ora come Unione quando noi stessi non siamo stati coinvolti nell’intero negoziato?”
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