OFiniremo lo champagne al Cremlino e le munizioni nelle trincee del Donbass. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca è un'ottima notizia per Vladimir Putin. Ciò non fa ben sperare per le possibilità dell'Ucraina di negoziare in una buona posizione contro la Russia. Trump II assesta un duro colpo anche alla solidarietà transatlantica: questo concetto è indifferente ai repubblicani. La sua vittoria alle elezioni del 5 novembre isola gli europei. Li pone di fronte ad una responsabilità storica: fare affidamento sulle proprie forze per garantire la propria difesa contro l’espansionismo russo.
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È in corso uno sconvolgimento strategico. Forse era inevitabile, è accelerato dal voto degli americani. La profezia del generale de Gaulle si avvera: un giorno gli Stati Uniti lasceranno il Vecchio Continente. Deve diventare adulto, a meno che non ceda a ciò che gli sta a cuore: l’inviolabilità dei confini, il non uso della forza, il sostegno alle democrazie liberali emergenti. Se ne va un’America, deve nascere un’Europa strategica. Se l’Unione Europea (UE) non risponderà a questo appello, soffrirà un mondo dominato da blocchi di potere che hanno una sola regola nelle relazioni tra gli Stati: l’equilibrio dei poteri.
Per ora, Vladimir Putin sta godendo di un grande successo politico nella guerra di aggressione che sta conducendo contro l’Ucraina. L'uomo che torna alla presidenza degli Stati Uniti ha promesso di sospendere gli aiuti militari e civili da Washington a Kiev. Non c'è motivo di non prenderlo sul serio. “Più un centesimo” per l’Ucraina, ha giurato Trump, che pretende di porre fine ai combattimenti “tra ventiquattro ore”. Sappiamo come. Un cessate il fuoco secondo le linee attuali lascerà dal 20% al 25% del paese in mano russa.
Zona d'influenza
Trump accetta il diktat russo di un’Ucraina costretta a una forma di neutralità strategica: nessuna adesione alla NATO, o una NATO senza sostanza; non c’è dubbio che gli Stati Uniti dispieghino un solo soldato in Ucraina per garantire la difesa della linea del cessate il fuoco. Lo sarà “la vicenda di Europei »dice l’America trumpista. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj il piano Trump sembra una resa.
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Trump sottovaluta, o non capisce, i veri obiettivi di guerra di Putin, quelli che la Russia proclama dal febbraio 2022. Il Cremlino vuole un governo a Kiev che sia sotto il suo controllo e, in ogni caso, perseguirà una politica di destabilizzazione dell’Ucraina, ma anche di Georgia e Moldavia, per ristabilire la zona d’influenza che la Russia rivendica sull’estero vicino (già al comando il tiranno bielorusso Alexander Lukashenko).
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