Le date da tenere d’occhio fino all’insediamento di Donald Trump

Le date da tenere d’occhio fino all’insediamento di Donald Trump
Le date da tenere d’occhio fino all’insediamento di Donald Trump
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Ora che Donald Trump ha vinto le elezioni negli Stati Uniti ottenendo più di 270 grandi elettori, ci sono alcune tappe che dovranno essere rispettate nei prossimi mesi per arrivare all’assunzione formale dell’incarico e all’inizio del suo mandato, che sarà il 20 gennaio del 2025.

Anzitutto, per poter essere definito formalmente “presidente eletto” (anche se i media cominceranno a chiamarlo così già da prima) Trump dovrà aspettare il 17 dicembrequando i grandi elettori si riuniranno nel cosiddetto collegio elettorale (collegio elettorale) per esprimere formalmente il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti.

I voti dei grandi elettori, ricordiamo, sono quelli grazie ai quali si ottiene la presidenza degli Stati Uniti: vince le elezioni il candidato che arriva a 270. I grandi elettori vengono spesso considerati come “punti” che ciascun candidato deve ottenere, ma sono in realtà persone fisiche, scelte dai comitati elettorali dei partiti nei singoli stati (di solito sono politici locali, attivisti o persone note localmente). Non sono costituzionalmente vincolati a votare per il partito a cui sono collegati, ma di fatto succede sempre. Gli stati avranno fino a una settimana prima, l’11 dicembreper contare tutti i voti e dirimere eventuali controversie relative alla selezione dei propri grandi elettori.

– Leggi anche: Come si elegge un presidente degli Stati Uniti

Il collegio elettorale è l’organo che riunisce i grandi elettori scelti con il voto dei cittadini. Non si riunisce fisicamente: i grandi elettori si radunano nei rispettivi stati il martedì successivo al secondo mercoledì di dicembre (quest’anno, appunto, il 17 dicembre), votano per un candidato alla presidenza e uno alla vicepresidenza e poi comunicano al Senato la loro scelta.

Già prima della certificazione del voto, comunque, comincerà il processo di transizione dei poteri. Il presidente eletto ha accesso a fondi e uffici, e comincia a ricevere un trattamento simile a quello del presidente in carica: tra le altre cose, riceve gli aggiornamenti quotidiani da parte dei servizi d’intelligence. Istituisce inoltre un “team di transizione” che si dovrebbe occupare del passaggio di consegne dalla vecchia amministrazione, e comincia a formare il suo governo: le nomine dovranno poi essere ratificate dal Senato dopo l’insediamento.

Il 3 gennaio 2025 si riunirà per la prima volta il nuovo Congresso, formato dai nuovi rappresentanti e senatori eletti il 5 novembre, e verrà scelto il nuovo speaker della Camera.

Il 6 gennaioinfine, il Congresso si riunirà in seduta plenaria per contare i voti dei 538 grandi elettori e certificare il vincitore. Fu questo processo di certificazione che i sostenitori di Donald Trump cercarono di fermare il 6 gennaio del 2021.

Donald Trump si insedierà con una cerimonia davanti al Campidoglio, a Washington D.C., il 20 gennaio: è il cosiddetto “inauguration day”, il giorno in cui il presidente eletto giura fedeltà alla nazione, e il giorno in cui inizia ufficialmente il mandato presidenziale.

Si tiene quasi sempre il 20 gennaio, a meno che non cada di domenica: in quel caso si tiene un giuramento privato sempre il 20, e uno pubblico il 21, quindi il lunedì successivo. Al giuramento – che nei film e nelle serie tv avviene quasi sempre sulla Bibbia, benché non sia obbligatorio – assistono tra gli altri i membri del Congresso, i giudici della Corte Suprema, vari alti funzionari, ufficiali militari ed ex presidenti. La formula che si usa per il giuramento è sempre la stessa, ed è presente in Costituzione: avendo un valore legale, chi la dovesse sbagliare anche di poco è costretto a ricominciare. Dopo il giuramento normalmente il presidente tiene un breve discorso alla nazione. Poi, accompagna il presidente e la prima signora uscenti su un elicottero che li scorterà via dal Campidoglio.

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