Ma: Vinícius Júnior (23eSP) per le Merengues // Thiaw (12e), Morata (39e) e Reijnders (73e) per i rossoneri
A Madrid la popolazione ha fretta. Talmente precipitosa che la crisi di novembre è iniziata a settembre e si è intensificata questo martedì contro il Milan (1-3). Travolti dalla precisione del Milan, abbassato difensivamente e insipido come un panino a triangolo, i White hanno offerto ai poveri spettatori del Santiago Bernabéu la sintesi ideale del loro inizio di stagione: pessimo in tutto.
Affondando al dente
I madrileni, tuttavia, credevano di essere al sicuro, esercitando una parvenza di pressione all'ingresso. Desideroso di sanare la sua crisi di fiducia, Kylian Mbappé ha affilato i ramponi in rapida successione all'inizio della partita, prima riprendendo – senza controllo – la rimonta di Lucas Vázquez (3e), cercando poi di prendere un cross del suo stesso veterano (4e). La convalescenza attenderà. Perché dall'altra parte anche il Milan ha gente da accontentare e dopo uno sfogo pasticciato di Théo Hernandez fermato da Andriy Lunin (5e), viene effettuata l'apertura. Da calcio d'angolo, Christian Pulisic riesce a trovare Malick Thiaw che, grazie alla marcatura rilassata di Aurélien Tchouaméni e Éder Militão, supera la sua zucca (0-1, 12e). Secco, il Meringhe. La sveglia è arrivata finalmente dalla coppia Mbappé-Vinícius Júnior. Il compiacente Mike Maignan effettua un bel tuffo a terra (17e), il francese ha visibilmente emozionato il suo compagno brasiliano, le cui pericolose prese di palla si sono moltiplicate fino a ottenere un rigore. Lanciato in area su passaggio intelligente di Jude Bellingham, Vinícius Júnior trova il piede trascinante di Emerson Royal, colpevole di un fallo lieve ma logicamente fischiato. Frase trasformata da Vini e dal suo panenka rivisitato (1-1, 23e). Un pareggio però insufficiente, visto che il possesso palla e le incursioni spettavano soprattutto agli ospiti. È quindi logico vederli premiati poco prima dell'intervallo, con un tiro di Rafael Leão ben respinto da Lunin, ma altrettanto ben seguito da Álvaro Morata (1-2, 39e).
Dopo la sosta, la dinamica milanese è continuata. Con la testa Leão fece brillare Lunin e la sua mano destra (52e), poi l'ex LOSC ha rovinato l'ottimo contropiede guidato da Pulisic (56e). Di fronte, gli scarti tecnici e la groviera difensiva non fanno altro che illustrare il progetto su cui la dirigenza madrilena dovrà lavorare nei prossimi mesi. Spesso servito male, Mbappé è rimasto frustrato dalle sue mezze occasioni, mentre gli ingressi di Brahim Díaz, Eduardo Camavinga o Dani Ceballos non hanno fatto assolutamente nulla per dare energia. Quanto basta per dare libero sfogo all'estro degli uomini di Paulo Fonseca. In particolare, Tijani Reijnders. Partendo da centrocampo con un possesso palla sublime, l'olandese si è assicurato un lungo uno-due con Leão, per ritrovarsi meglio in area, fare perno e far scivolare la palla tra le gambe del portiere (1-3, 73e). Il resto non sarà sembrato un granché. Tra colpi raccolti e voli del potente Magic Mike Maignan. Lontano dal tumulto, Carlo Ancelotti si è accontentato di effettuare due nuovi cambi consecutivi – e inutili –, come travolto da eventi che non riusciva più a controllare. Lui, il cui contratto scade a giugno 2026, ma che già sente il respiro di un licenziamento anticipato quest'inverno, proveniente dagli uffici di Florentino Pérez (la partenza dell'italiano avrebbe dovuto certamente essere suggellata lo scorso giugno, per finire con il segno del una vittoria in Champions League). Complimenti al Milan, vincitore in misura boss. Il Real Madrid può già concentrarsi sulla prossima stagione, il momento del nuovo ciclo è (fortemente) desiderato.
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