Lo hanno premiato i giurati del Premio Femina, presieduti quest'anno da Évelyne Bloch-Dano Il sogno del giaguaro. Magnifica doppietta per Miguel Bonnefoy che, dopo aver ricevuto il 26 ottobre il primo premio per il romanzo dell'Académie française, ha vinto martedì 5 novembre il premio Femina. Una distinzione che non solo rende omaggio a un'epopea familiare, ma mette anche in risalto la scrittura abbondante e sostenuta del giovane autore franco-venezuelano di 37 anni.
È nella sala dell'Orangerie del Museo Carnavalet, a Parigi, che sono stati annunciati i nomi dei vincitori del premio Femina 2024, a partire dal premio nella categoria romanzo francese. Miguel Bonnefoy ha vinto con cinque voti, contro i quattro di Emma Becker Abbastanza malvagio (Albin Michel). Il Premio Femina Romanzo Straniero viene assegnato all'autrice cilena Alia Trabucco Zeran per il suo romanzo Possedere (Robert Laffont), tradotto dallo spagnolo da Anne Plantagenet. Il premio del test Femina va a Paul Audi per Mantieni la tua posizione (Azione).
Ciò che il destino ha raccontato in Il sogno del giaguaro ! Dal bambino abbandonato davanti alla chiesa di Maracaibo, in Venezuela, al nipote, l'illustre scrittore sotto la cupola dipana la saga di una famiglia a volte segnata dalla sfortuna, ma mai scoraggiata. Il destino di Antonio, il piccolo orfano, è romantico quanto può essere: venditore di sigarette, magazziniere, giovane gestore di un bordello… Chi avrebbe riconosciuto in lui un futuro chirurgo di fama, un uomo pubblico, stimato e rispettato?
Il filo delle generazioni è costellato di slanci di saggezza, frasi poetiche che testimoniano un patrimonio condiviso. “Ha deciso di correre il suo rischio”, apprendiamo da Antonio, che certamente infonde nella sua famiglia questa voglia di vivere.
Una lingua giubilante
Rischiare il tutto per tutto è anche il percorso di sua moglie Ana Maria, la prima donna medico della regione. La nascita della figlia Venezuela, poi del nipote Cristobal alla generazione successiva, doppio dell'autore, mantiene il ricordo di questo bel destino di clan.
La forza di Miguel Bonnefoy, il parigino, è quella di restaurare gli sconvolgimenti di questa dura terra di antenati, di concentrarsi sulle sfortune dei poveri e di far rivivere la ricchezza delle tradizioni. Con arie del premio Nobel colombiano Gabriel Garcia Marquez o del cileno Luis Sepulveda, lavora in una lingua francese calda, ampia e giubilante.
Dal Venezuela al Cile
Sotto i riflettori quindi le lettere latinoamericane, con Venezuela di Miguel Bonnefoy, ma anche il Premio Femina Foreign Novel assegnato all'autrice cilena Alia Trabucco Zerán per il suo romanzo Possedere (Robert Laffont), tradotto dallo spagnolo da Anne Plantagenet. A 40 anni Estela lasciò la sua provincia per lavorare a Santagio, in Cile. La collaboratrice domestica si prende cura per sette anni della piccola figlia di una coppia borghese. E lei muore. Dove può entrare la morte, e chi lo sa tranne Estela? Così è lei a raccontare la storia, una voce che trafigge il libro da parte a parte, con una penna potente, acclamata dalla critica cilena, e ora distinta in Francia.
Il premio del test Femina va a Paul Audi per Mantieni la tua posizione (Stock), libro frutto della corrispondenza di due amici che, dopo il dramma del 7 ottobre, mettevano in dubbio la recrudescenza dell'antisemitismo e si preoccupavano per il conseguente aumento della violenza. Una costruzione immaginaria per consentire una riflessione il più controllata possibile di fronte a un simile naufragio.
Premio speciale della giuria
Infine, mentre il suo ultimo libro, Lunga Isola, tradotto da Anna Gibson (Grasset), ha fatto parte dell'ultima selezione per il premio straniero Femina, lo scrittore irlandese Colm Tóibín riceve un “premio speciale” dalla giuria per tutta la sua opera.
I vincitori dei tre premi succedono rispettivamente a Neige Sinno tigre triste (POL), categoria romanzo francese, per l'americana Louise Erdrich La frase (Albin Michel) per la straniera Femina, e Hugo Micheron per Rabbia e Dimenticanza (Gallimard), categoria saggio.