Cammello Daoudscrittore algerino, e non a lungo francese, ha vinto lunedì 4 novembre il Premio Goncourt, il più importante premio letterario francese e francofono, e uno dei più prestigiosi al mondo. L'evento è tutt'altro che banale.
Daoud ha vinto un premio per il suo romanzo Houris. È il primo algerino a ricevere questo premio assegnato da 120 anni ai colossi della letteratura francofona. Mohamed Dib, Mouloud Mammeri, Mouloud Feraoun, Malek Haddad o Assia Djebbar, per quanto monumentali fossero, non hanno avuto questo onore.
Inoltre è solo il terzo scrittore nordafricano e africano ad ottenerlo, dopo i marocchini Tahar Ben Jelloun nel 1987 e Leila Slimani nel 2016.
Il bambino di Mostaganem, vicino a Orano, nell'Algeria occidentale, vedrà ora il suo nome intronizzato per sempre nell'elenco di Goncourt accanto a quelli di illustri scrittori di questo secolo e di quello che lo precede, Marcel Proust, Alphonse de Chateaubriand, André, Malraux, Simone de Beauvoir, Amin Maalouf…
Paradossalmente, il romanzo non è né pubblicato in Algeria né tradotto in arabo e la distinzione del suo autore non suscita nel suo paese l'entusiasmo che dovrebbe. La colpa è senza dubbio delle numerose polemiche, posizionamenti e incomprensioni, talvolta eccessi, che hanno segnato la carriera dello scrittore cinquantenne. Un viaggio atipico, ammirato, criticato, che comunque non lascia indifferenti.
“Non so dove inizia la storia, non so dove finirà. Ma per ora è una bella storia.“, ha reagito Daoud al Nouvel Observateur dopo l'annuncio della sua vittoria.
Kamel Daoud è nato a Mesra, Mostaganem, nel 1970. Dopo gli studi scientifici, è passato alla letteratura, attraverso la porta di servizio del giornalismo. Divenne noto per le sue colonne caustiche, a volte aspre, su Le Quotidien d'Oran, di cui fu redattore capo per molti anni. La sua carriera ha assunto un'altra dimensione quando ha iniziato a scrivere per rinomati media francesi, tra cui Le Point. Nelle sue cronache come nei suoi romanzi, Daoud ha qualcosa di speciale, oltre al suo innegabile talento: affronta le questioni religiose senza tabù, con numerosi eccessi e fusioni.
Altro paradosso, il giornalista-scrittore è stato un islamista salafita fino all'età di 18 anni. Nel 2014 è stato oggetto di una prima fetwa che ne chiedeva la morte, emessa da un imam salafita algerino.
Kamel Daoud, un talento innegabile e una carriera costellata di polemiche
Lo scrittore ha cominciato a essere meno popolare in Algeria a partire dal 2016, quando ha cominciato a indulgere davvero agli eccessi e alla confusione sulle colonne e sui set dei media francesi.
Il suo primo grande errore – almeno così viene percepito dai suoi connazionali – è stato quello di attribuire su Le Monde del gennaio 2016 gli attacchi contro le donne a Colonia (Germania) a un “rapporto malato con la donna, il corpo e il desiderio” che ha generalizzato a tutti i giovani del mondo arabo e musulmano.
Kamel Daoud non si fermerà qui. Il ruolo di uno scrittore è quello di allontanarsi dagli stereotipi, anche se ciò significa provocare e scioccare, ma Daoud potrebbe averne abusato. Se nessuno può negargli il diritto e la libertà di distinguersi dall’Hirak popolare algerino del 2019, molti lo criticano d’altro canto per aver adattato le sue posizioni a quelle del benpensante francese, o addirittura a un’estrema destra in forte espansione, su temi che, a priori, non hanno nulla in comune, con l’Islam, con la disputa memoriale Algeria-Francia e soprattutto con la Palestina. Inoltre, non lo sentiamo mai denunciare i crimini israeliani a Gaza.
La reputazione ora gli è attaccata come un'etichetta, al di là dell'Algeria e della Francia. “Il fascino di Kamel Daoud per l'estrema destra“, titolano i media francesi Oriente 21 un lungo articolo che elenca le tante posizioni controverse dello scrittore algerino.
In Algeria i suoi critici sono convinti: sono state queste posizioni ad aprire a Kamel Daoud le porte dei più prestigiosi salotti mediatici e letterari francesi. E che gli ha chiuso quelle del suo Paese. Pochi giorni prima del trionfo a Goncourt, lo scrittore è stato informato che lui e il suo romanzo, che sarà premiato, non saranno invitati alla Fiera internazionale del libro di Algeri.
È attribuito a Houris Le Goncourt, che racconta un dramma del decennio del terrorismo in Algeria, quindi un “prezzo politico“? Lui è pari»molto politico“, decide il Nouvel Observateur che sottolinea, come ulteriore indizio, che la distinzione si pone”nel contesto delle deteriorate relazioni tra Parigi e Algeri“.
Come per non negare nulla, alcuni titoli della stampa francese di estrema destra, come il Journal du Dimanche, esaltano il giorno dopo Goncourt.
Resta infine questa verità che sarebbe disonesto non sottolineare: angelo o demone, che debba o meno qualcosa nella sua ascesa alle sue posizioni, Kamel Daoud è uno scrittore di talento.
Ha scritto quasi dieci romanzi e racconti e vinto altrettanti premi letterari, tra cui un primo Goncourt già nel 2015, quello di primo romanzo per “Meursault, controinchiesta“, una sublime riscrittura di”Lo straniero” d'Albert Camus.