Il JDD. Molti francesi seguono con interesse, ma anche con un certo sgomento, la campagna presidenziale d'oltreoceano… Nonostante l'americanizzazione degli stili di vita che lei descrive, non è questo il segno che non siamo diventati completamente americani?
Girolamo Fourquet. L’americanizzazione è un fenomeno abbastanza profondo che tocca tutti gli aspetti della vita sociale, ma ovviamente la Francia non è l’America. Non abbiamo la violenza politica, il sistema bipartitico, il peso del denaro nelle campagne elettorali… Tuttavia osserviamo un fascino per queste elezioni; anche quest'anno i canali d'informazione si mettono “nell'orario americano” con corrispondenti speciali; siamo bombardati da commenti di specialisti sul caucus dell’Iowa… Tutta la nostra classe politica ha adorato la serie L'ala ovest (alla Casa Bianca); l'UMP divenne Les Républicains; abbiamo importato in Francia il meccanismo delle primarie, che è tutto americano (paese in cui le elezioni sono a turno unico), mentre nel nostro sistema elettorale il primo turno serviva…
Altro esempio della profonda influenza dell'informazione americana, dopo la messa in discussione del diritto all'aborto da parte della Corte Suprema americana nel 2022, abbiamo votato per la sua costituzionalizzazione, quasi all'unanimità, mentre in Francia nessun movimento potente e strutturato impone la restrizione dell'accesso all’aborto la sua lotta emblematica. Mai prima d'ora in Francia erano stati praticati così tanti aborti, eppure si è ritenuto urgente costituzionalizzarlo! È un po' come essere il 51° stato americano.
La diversità, la scala e la velocità delle Metamorfosi francesi che esponi sono vertiginose. È sbagliato affermare che la Francia è cambiata più in due generazioni che in diversi secoli?
Girolamo Fourquet. Non sono uno storico, ma quello che volevo evidenziare in questo libro è la profondità e la velocità di queste trasformazioni. Abbiamo sicuramente già vissuto periodi come i Trente Glorieuses, la Rivoluzione francese o la Rivoluzione industriale, durante i quali il Paese era cambiato molto, ma quello che mi colpisce in questi ultimi decenni è che anche la base antropologica è stata modificata, pur essendo quasi mai mosso.
Il resto dopo questo annuncio
Ad esempio, è cambiato il principio stesso del nome: storicamente, al neonato veniva dato il nome di un antenato, per collocarlo in una stirpe, in un patrimonio, in una continuità. Oggi prevale il principio di distinzione e singolarizzazione, come dimostra la fortissima inflazione nel corpus dei nomi utilizzati. Si può citare anche il rapporto con il corpo, che si manifesta ad esempio nell'esplosione dei tatuaggi, o l'evoluzione delle strutture familiari care a Emmanuel Todd: oggi il 25% delle famiglie con figli sono famiglie monoparentali.
“È come se la Francia fosse il 51° Stato americano”
Una sconsideratezza politica che, come ricorderete, era emersa con i Gilet Gialli. Lei ha contribuito a portare alcuni temi nel dibattito pubblico, ma cita volentieri Nicolas Mathieu, concorda anche con certe osservazioni di Michel Houellebecq… Può la letteratura dire o intuire ciò che la sociologia o gli studi di opinione non percepiscono?
Sì, certo: una foto, una curva, una mappa possono avere un impatto dimostrativo molto forte, e questa è anche l'idea che ha guidato questo libro, per raggiungere un pubblico diverso… Ma, a volte, un paragrafo o una ben- voltare pagina da un Nicolas Mathieu o da un Michel Houellebecq ti rende più consapevole di certe realtà sociali o culturali di un lungo articolo di sociologia! Per questo cerco, per quanto possibile, di fare riferimento agli autori. Cito in particolare Nicolas Mathieu che racconta un funerale in una chiesa: il suo personaggio guarda le vetrate, i draghi, gli arcangeli… e questa lingua è diventata per lui una lingua morta. Questo passaggio vale tutte le storie sulla scristianizzazione.
Leggendo la tua ultima tabella del “big bang” politico, viene da chiedersi se il macronismo sarà una parentesi della storia…
Come suggerisce il nome, il macronismo è molto legato alla persona di Emmanuel Macron. Dal momento in cui, istituzionalmente, non può presentarsi una terza volta, e di fronte alla scelta dello scioglimento, disastrosa per il suo campo politico, possiamo mettere in dubbio la sostenibilità di questa corrente. Ma coloro che si sono ritrovati in questo blocco centrale non scompariranno, e esso resterà, in una forma indubbiamente diversa. La questione è se avrà sufficiente sostegno elettorale per raggiungere il secondo turno oppure no.
È stata una parentesi? I partiti del “vecchio mondo”, per parlare come i macronisti, direbbero addirittura che si è trattato di un incubo durato dieci anni, e che ci sveglieremo riprendendo le buone vecchie abitudini dello scontro destra-sinistra. Non ci credo e penso che sia possibile che rimarremo in una situazione politica molto instabile, molto caotica, con questa tripartizione dello spazio politico che non è affatto adatta alle nostre istituzioni, alla nostra cultura politica e i nostri metodi di voto. Il macronismo in quanto macronismo è destinato a declinare, ma questo declino non significa, a mio avviso, un ritorno allo status quo ante.
Se venisse superato da una destra e una sinistra radicalizzate, potremmo vederlo come uno scontro tra coloro che difendono “la Francia di prima” e coloro che scommettono sulla “Francia del dopo”?
In un certo senso, possiamo vedere le cose in questo modo. Dalla parte di RN, anche se non è teorizzata con queste parole, c’è l’idea del diritto alla continuità storica, che era stata uno dei segni distintivi di Fillon, per esempio, e che ritroviamo anche in Zemmour. Lo slogan “ Siamo a casa»intonato nelle riunioni della RN, significa che vogliamo “che la Francia resti Francia”. Al contrario, tutta una parte di La France insoumise fa affidamento su “La Francia dopo”come Jean-Luc Mélenchon che trasmette una foto di una delle prime grandi manifestazioni filo-palestinesi in Place de la République a Parigi, con molte bandiere palestinesi, accompagnata da questo commento: “Questa è la Francia. »
Gli Insoumi e i Mélenchon teorizzarono il cambiamento culturale e demografico in atto in Francia e si fecero paladini della creolizzazione in atto e di questa nuova Francia in divenire. Ma possiamo vedere chiaramente che su temi economici e sociali, ad esempio sull’abrogazione della riforma delle pensioni, RN e LFI possono anche essere entrambi seguaci di un certo conservatorismo e di opposizione alle riforme.
Metamorfosi francesiJérôme Fourquet, Le Seuil, 208 pagine, 29,90 euro.