Scomparsa
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Ray Charles, Count Basie, Frank Sinatra, Aretha Franklin e ovviamente Michael Jackson… Nel corso di una carriera che non ha mai lasciato le vette, il trombettista jazz diventato arrangiatore ha composto o prodotto milleuno album divenuti cult, fino al ' in alto: “Thriller”. E ha lasciato il segno in più di mezzo secolo di musica americana, dal be-bop all'hip-hop fino al pop.
C'era una volta in America. Di questo parliamo raccontando il favoloso destino di Quincy Jones, scomparso questo lunedì 4 novembre all'età di 91 anni, un uomo che partì da meno di niente per arrivare al massimo, divo tra le star di Hollywood. Ventisette Grammy, medaglie onorarie degne di un apparatchik, successi di qualsiasi tipo, qui, in tutti i registri, per tutti i gusti, in tutte le epoche, questi pochi vezzi e certificazioni di cui banchetta l'industria dell'intrattenimento dicono troppo poco di un simile talento al crocevia di due secoli. “Dalle prime bozze a Internet, ho visto davvero il mondo cambiare. Spero solo che i satelliti e i cellulari non omogeneizzino tutto, che le persone riescano a mantenere la propria identità”si preoccupava nel 2000 in Liberazione. Incarnando il sogno americano meglio di chiunque altro, Quincy Jones non era meno lucido riguardo al futuro di un mondo che non sta andando così bene.
Nel 2000 incontra “Libération”
In realtà non tutto è stato scritto in anticipo in questo romanzo epico che racconta una vita così: un'infanzia di povertà, nel South Side di Chicago dove è nato il 14 marzo 1933, mangiando tutto ciò che sua nonna poteva trovare. Una madre che presto sarà assente, tranne che negli incubi, a causa della schizofrenia; un padre falegname che deve lottare con i bambini. Gli manca tutto, manterrà un senso di intraprendenza. Il piccolo Quincy Delight Jones Jr era uno dei tanti ragazzi del quartiere