Il 2024 è per Zverev la stagione dalla consistenza fenomenale – già 65 vittorie – che gli permetterà, qualunque sia il risultato di domani, di avvicinarsi al Masters di Torino da numero 2 del mondo, dietro a Jannik Sinner ma davanti a Carlos Alcaraz.
Zverev nel frattempo ha firmato con disinvoltura una piccola prestazione: battendo Holger Rune in due set a Bercy, cosa che nessuno aveva mai fatto visto che quest'ultimo, vincitore nel 2022 alla sua prima partecipazione, aveva perso solo in tre set nel 2023 contro Novak Djokovic, nei quarti di finale.
A dire il vero, il danese ce l'ha messa tutta: disordinato, autore di 36 errori non forzati (molti sul rovescio) e senza una strategia di gioco ben chiara, è apparso assente dai dibattiti per gran parte del match. Sotto 6-3, 5-3 a favore del tedesco, questa promettente semifinale sulla carta mancava moltissimo alla vita.
Una “frizione” e ambiziosa Zverev
E poi, è stato quando meno ce lo aspettavamo che Zverev, così solido al servizio fin dall'inizio della partita, si è ritrovato rotto per la prima volta al servizio della vittoria, sul 5-4. A dir poco controcorrente, visto che in precedenza aveva perso solo un punto al servizio in questo secondo set.
Ma è la storia del tennis, un po' anche quella dei due giocatori coinvolti: il braccio di Zverev che trema un po' nel concludere, Rune che finalmente lascia andare i cavalli mentre è con le spalle al muro, e il gioco è fatto. ricominciato per alcune giocate che avrebbero potuto cambiargli volto.
E poi finalmente no… Questo Alexander Zverev è troppo “clutch” a questo Bercy, troppo a suo agio adesso a Parigi dove si sente “sostegno” più che altrove dopo la distorsione alla caviglia del 2022 al Roland-Garros, dove era in finale questo anno, per avvicinarsi così tanto all'obiettivo. Il suo tie break è stato un modello di gestione e, forse, un simbolo del tennis più aggressivo che sta cercando di stabilire.
Dopo aver concluso la vittoria con un tiro al volo vincente, è tornato a lavorare intensamente in allenamento, esattamente come aveva fatto il giorno prima dopo il successo contro Tsitsipas. Obiettivo: la finale del Rolex Paris Masters, certo, ma più in generale la stagione 2025, in vista della quale spera di migliorare aspetti del gioco in cui si considera un po' indietro rispetto a “certi giocatori”, che noi può immaginare di essere chiamato Peccatore e Alcaraz.
L’approccio è così lodevole che forse ne avrà raccolto i benefici anche prima del previsto.