Macron, Barnier, Le Pen: crossover senza precedenti a Bruxelles

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Il primo ministro francese Michel Barnier si reca all’incontro del gruppo di leader ed eurodeputati del suo colore politico, il Partito popolare europeo (PPE, a destra), a Bruxelles, il 17 ottobre 2024 (NICOLAS TUCAT / AFP)

Emmanuel Macron e Michel Barnier a Bruxelles, Marine Le Pen in agguato: un trio senza precedenti apparso giovedì nella capitale belga durante un vertice europeo.

Il primo ministro francese ha incontrato i leader del Partito popolare europeo (PPE, a destra), il suo colore politico, tra cui la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il PPE ha rafforzato il suo peso all’interno dell’esecutivo di Bruxelles dopo le elezioni europee di giugno.

Michel Barnier, nominato il 5 settembre dopo il terremoto dello scioglimento dell’Assemblea nazionale, ha volontariamente mantenuto un basso profilo, schivando microfoni e telecamere, mentre molti si interrogano sulla condivisione dei ruoli con il capo dello Stato a livello europeo in un contesto di semi-convivenza.

L’ex commissario europeo e negoziatore per la Brexit non nasconde il suo interesse per gli affari europei e opera su un terreno familiare, in particolare nel PPE, dove ha ricevuto un forte sostegno.

Il presidente francese Emmanuel Macron parla con il primo ministro croato Andrej Plenkovic durante il vertice dei Ventisette, a Bruxelles, il 17 ottobre 2024 (Ludovic MARIN / AFP)

“Il PPE è molto felice di vederlo qui tra gli altri primi ministri. Rappresenta la voce della Francia. È un politico di grande esperienza”, ha accolto con favore il presidente del gruppo PPE, il tedesco Manfred Weber.

Nello stesso momento, Marine Le Pen, figura emblematica del Raggruppamento Nazionale, è arrivata al primo vertice di Patrioti per l’Europa, il nuovo gruppo di destra radicale del primo ministro ungherese Viktor Orban.

Nuova situazione

Emmanuel Macron ha chiuso questo insolito balletto politico intervenendo alla riunione di Renew (al centro), il suo partito politico, prima di raggiungere il vertice dei Ventisette, dove continuerà a rappresentare da solo la Francia.

La leader del Parlamento, Marine Le Pen, arriva per partecipare a una riunione del gruppo di estrema destra
La leader dei deputati del Rassemblement National Marine Le Pen arriva a partecipare a una riunione del gruppo di estrema destra “Patrioti per l’Europa” al Parlamento europeo, a Bruxelles, il 17 ottobre 2024 (François WALSCHAERTS / AFP)

A priori la routine di una giornata di vertice, con incontri di gruppo come “pre-vertice”.

Solo che, di solito, da parte francese, il viaggio lo fa solo il presidente. E che il capo dei deputati della Rn all’Assemblea non verrà a Bruxelles ogni volta.

Nemmeno il Primo Ministro, se non in pura convivenza, dove poi detiene la maggioranza in Parlamento e siede, accanto al Capo dello Stato, al tavolo del Consiglio europeo.

Michel Barnier ha quindi inaugurato una nuova situazione “faccia a faccia”, partecipando non al vertice ma a una riunione di gruppo, in qualità di Primo Ministro LR.

Se tutti restassero al loro posto, non è passato inosservato l’arrivo di Marine Le Pen, che ha promesso di tenere “sotto sorveglianza” il governo Barnier, in particolare sull’immigrazione.

“Doppio discorso”

Su questo tema, uno dei grandi temi del vertice, “sembra che di fronte alla realtà” i leader dell’Ue stiano “pian piano uscendo dalla negazione”, ha detto al suo arrivo.

Il capo degli eurodeputati della RN e presidente dei “Patrioti”, Jordan Bardella, ha denunciato il “doppio discorso di Michel Barnier e del suo ministro degli Interni (Bruno) Retailleau”.

Si moltiplicano “annunci molto duri sull’immigrazione in Francia, senza dubbio per compiacere” la RN, “a pochi giorni dal voto sul bilancio e un’altra corsa a Bruxelles per attuare il patto migratorio che accelererà i flussi migratori in Europa”, secondo lui.

I Patriots costituiscono ora la terza forza nel Parlamento europeo dietro la destra europeista (PPE) e i socialdemocratici, e davanti a Renew.

All’Eliseo come a Matignon, ognuno è rimasto nella propria corsia, evitando accuratamente ogni escalation che potesse creare l’idea di una rivalità.

Anche la Francia, indebolita dall’esplosione dei deficit e dalla fragile leadership del capo dello Stato, deve andare avanti unita se vuole convincere i suoi partner del suo desiderio di tornare a una maggiore serietà di bilancio.

Un messaggio trasmesso inequivocabilmente da parte europea. “Non dobbiamo dividere Macron e Barnier”, ritiene il capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani, anche lui del PPE.

“La Francia ha un presidente che la rappresenta ma anche un primo ministro forte che rappresenta i suoi interessi nella grande famiglia del PPE”, sottolinea Manfred Weber.

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