Abbiamo visto The Apprentice, il film che ha fatto tremare Donald Trump

Abbiamo visto The Apprentice, il film che ha fatto tremare Donald Trump
Abbiamo visto The Apprentice, il film che ha fatto tremare Donald Trump
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L’Apprendistal’avventura cinematografica tanto temuta da Donald Trump, sta finalmente arrivando sugli schermi. Ed è proprio una bella sorpresa. Mentre si poteva temere un’impresa di demolizione pesante e senza sfumature, per quanto caricaturali possano essere le dichiarazioni del candidato alla Casa Bianca, il film di Ali Abbasi si rivela sorprendentemente sobrio. Ed è senza dubbio questo che gli dà tutta la sua forza.

Invece di denunciare con il bazooka, il cineasta ripercorre l’ascesa immobiliare del giovane Donald Trump, disprezzato dal padre e desideroso di far parte del club di coloro che contano, cioè i miliardari. Una scommessa tutt’altro che vinta in anticipo, vista la situazione dell’impresa immobiliare di famiglia. Ma in assenza di soluzioni, il giovane ambizioso, molto sicuro di sé, sa bussare alle porte giuste. E in particolare quello di Roy Cohn, un ricco avvocato senza scrupoli, stretto consigliere del presidente Nixon, che gli insegnerà le tre regole fondamentali degli affari: “Attaccare, attaccare, attaccare”; “Non ammettere mai nulla, negare sempre” e il terzo, “La cosa più importante: qualunque cosa diciamo, rivendicare sempre la vittoria, non ammettere mai la sconfitta”. Come afferma, “Non esiste il Bene né il Male, non esiste la verità: è una finzione.”

E funziona. Grazie a questo consigliere che gli chiede di seguirlo fedelmente, come un apprendista (da qui il titolo, che non si riferisce solo allo show televisivo presentato da Donald Trump) e non esita a praticare il ricatto per raggiungere i suoi fini, Donald Trump sta costruendo una fortuna colossale.

Jeremy Strong (al centro) interpreta un avvocato cinico e agghiacciante che ispirerà il giovane Donald Trump (Sebastian Stan). © APPRENTICE PRODUCTIONS ONTARIO INC.

Senza forzare il discorso, il film non si accontenta di dipingere il ritratto di un giovane lupo americano senza molta personalità e pronto a tutto per soldi o sfarzo. Cestina anche parte del suo discorso attuale. Vediamo infatti il ​​futuro presidente diffidare delle politiche e degli slogan di Ronald Reagan (Rendi di nuovo grande l’America), tradisce allegramente la moglie, mente senza vergogna e, soprattutto, violenta la moglie che osa tenergli testa. Tanto da danneggiare la sua immagine tra le congregazioni religiose radicali, anche se sappiamo da tempo come faceva “cattura le donne…”

Un guru politico dal cinismo agghiacciante

Se Sebastian Stan riesce a farci dimenticare il Soldato d’Inverno dell’universo Marvel, viene tuttavia regolarmente rubato alla ribalta da Jeremy Strong, con un gelido cinismo da guru politico che afferma di agire solo per il bene dell’America.

Il merito principale di L’Apprendista è smantellare il sistema Trump senza essere eccessivo o farlo sembrare pazzo. Gli psichiatri potrebbero anche trovare delle circostanze attenuanti, legate in particolare alla sua famiglia. Ma in fondo c’è da dire che non si impara molto. Per quanto riguarda la forma, corrisponde più a quella di un film televisivo da quattro soldi che a quella di un blockbuster hollywoodiano. Donald Trump difficilmente mette in scena lì uno spettacolo, a differenza dei suoi incontri. Basti dire che due ore di film sono un po’ troppe.

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