Morte dell’attore a 72 anni: Michel Blanc cammina nell’ombra…

Morte dell’attore a 72 anni: Michel Blanc cammina nell’ombra…
Morte dell’attore a 72 anni: Michel Blanc cammina nell’ombra…
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“Allora buona fortuna soprattutto” prima di consumare un abbondante pasto preparato dai montanari appassionati del liquore allo scalogno condito con succo d’aglio. Michel Blanc era uno di quegli attori che scolpiscono nella pietra battute di quattro parole.

Aveva 72 anni, l’attore è morto in ospedale, lasciando la sua troupe Splendida nel profondo dolore. “Dannazione Michel, cosa hai fatto…”, ha scritto Gérard Jugnot sui social network.

I due uomini si sono conosciuti al liceo Pasteur di Neuilly-sur-Seine, quando erano adolescenti. Christian Clavier e Marie-Anne Chazel si trovano nello stesso locale.

Qualche anno dopo, insieme a Thierry Lhermitte, Josiane Balasko e Bruno Moynot, formarono la troupe Splendid legata al caffè-teatro del 10° arrondissement in cui si esibirono sotto la protezione di un mentore senza eguali, un certo Coluche. A loro si uniscono altri giovani attori come Anémone e Martin Lamotte.

Questa troupe scriverà, monterà e produrrà opere teatrali che sono diventate film, che oggi appartengono al Pantheon Culturale francese: “Babbo Natale è spazzatura”, “Papy fa la resistenza” ma anche film cult come la saga dei “Bronzés”.

Una saga in cui Michel Blanc, un uomo gracile, baffuto, calvo e falsamente malinconico, assume le fattezze di Jean-Claude Dusse, questo scapolo goffo che, “per un malinteso”, spera di trovare l’anima gemella.

Premiato a Cannes per “Evening Wear”

C’è ispirazione al cinema di Woody Allen nella costruzione del mito di Jean-Claude Dusse. Nella troupe, ognuno ci fa ridere a modo suo, con i suoi punti di forza, quindi Michel Blanc usa le sue nevrosi, l’autoironia è la sua chiave per sbloccare i nostri zigomatici.

Dopo i successi faraonici dei film Splendid dei primi anni ’80, Blanc sentì il bisogno di camminare con le proprie gambe. L’unico figlio maschio che è comincia a non fiorire più in quella collegialità artistica che è Lo Splendido. Ha bisogno di qualcos’altro, di ridere di qualcos’altro, di andare a vedere qualcos’altro.

Non è un caso che nel 1986 abbia ricevuto un Premio dell’Interpretazione a Cannes per il suo ruolo di omosessuale in “Tenue de soir” di Bertrand Blier, ruolo scritto per Bernard Giraudeau, che lo rifiutò.

Blanc, dal canto suo, affronta questa sfida con la paura attaccata al corpo. Sublima il ruolo, come quello di capo di gabinetto ne “L’esercizio dello Stato” di Pierre Schoeller uscito nel 2011. Quando il ruolo è contrario al suo, Blanc è eccezionale. Preciso. Toccante.

Ruoli come questi, colleziona: “Monsieur Hire”, “Urano”, “Grosse fatigue”, “Bacia chi vuoi”, “La fille du RER”, “Dottore?”. Un cinema a 180 gradi che va dal caso Dominici alla collaborazione francese del 1944.

Il bianco sapeva come fare tutto. Fai ridere la gente. Spavento. Farti piangere. Ti fanno pensare. Regista di cinque film tra cui l’iconico “Marche à l’ombre” uscito nel 1984 e “Grosse fatigue” premiato a Cannes nel 1994 in cui interpreta il proprio ruolo e deve fare i conti con un sosia che si comporta come un mascalzone, Michel Blanc lascia un segno unico nella nostra memoria collettiva.

Fa parte della nostra infanzia. Della nostra disattenzione che se ne va anche. È anche uomo di repliche cult ma anziché elencare le più leggendarie preferiamo concludere parafrasando lo stesso Michel Blanc, in un’intervista rilasciata a Mondo nel 2018, in cui citava Léo Ferré: “Quando sei brutto, ti abitui, dici a te stesso che sei abbastanza fregato.”

La partenza di Michel Blanc lascerà un grande vuoto. Perché Jean-Claude Dusse, in fondo, è un po’ ognuno di noi. Quindi, in questo venerdì di ottobre, eccoci qui, sulla nostra seggiovia della malinconia. Solo. Al freddo. Viene da chiedersi quando rivedremo questo meraviglioso Paese, dove convivono coloro che si amano…

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