Martedì 1 ottobre l’Iran ha lanciato numerosi missili verso Israele. Un secondo attacco in sei mesi, “due volte” più grande di quello dello scorso aprile.
Due attentati nel giro di sei mesi. L’Iran ha lanciato circa 180 missili contro Israele martedì 1 ottobre, in risposta all’assassinio dei leader di Hezbollah libanese e Hamas palestinese.
La maggior parte è stata intercettata dal sistema di difesa aerea israeliano “Iron Dome”, dimostrando la capacità di Israele di “impedire al nemico di avere successo”, secondo l’esercito israeliano. Secondo i servizi di emergenza, l’attacco ha lasciato due persone leggermente ferite.
Questi attacchi missilistici rappresentano “un’escalation grave e pericolosa” e avranno “conseguenze”, ha avvertito il portavoce dell’esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari. “Abbiamo dei piani e agiremo dove e quando decideremo”, ha aggiunto.
Gli Stati Uniti, che hanno aiutato l’alleato israeliano ad “abbattere i missili iraniani”, hanno affermato di voler “coordinare” con Israele una risposta all’Iran.
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Un primo attacco diretto ad aprile
Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha affermato che l’attacco è stato “circa il doppio in termini di numero di missili balistici lanciati” su Israele rispetto a quello effettuato il 13 aprile da Teheran.
Sei mesi fa, la Repubblica islamica dell’Iran ha effettuato il suo primo attacco diretto contro lo Stato ebraico, chiamato “Honest Promise”, dopo aver condotto per decenni solo una “guerra per procura” contro Israele, facendo affidamento in particolare sui suoi alleati, ricorda Le Monde.
Il 13 aprile, l’Iran ha lanciato più di 200 droni e missili contro Israele, “la stragrande maggioranza” dei quali è stata intercettata. Un attacco compiuto in risposta a un raid contro il consolato iraniano a Damasco, attribuito a Israele quasi due settimane prima. Questo attacco, di cui Israele non ha né confermato né negato l’origine, ha ucciso 13 persone, tra cui sette membri delle Guardie rivoluzionarie iraniane, secondo la televisione di stato di Teheran.