Fiscalità, salario minimo, proporzionale… Cosa ricordare dalla dichiarazione di politica generale di Michel Barnier – Libération

Fiscalità, salario minimo, proporzionale… Cosa ricordare dalla dichiarazione di politica generale di Michel Barnier – Libération
Fiscalità, salario minimo, proporzionale… Cosa ricordare dalla dichiarazione di politica generale di Michel Barnier – Libération
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Quasi un mese dopo la sua nomina a Matignon, Michel Barnier ha consegnato questo martedì 1° ottobre all’Assemblea nazionale la sua dichiarazione di politica generale. Riduzione del deficit, sociale, immigrazione, istruzione… Alla guida di un governo fragile, la cui sopravvivenza dipende solo dalla Nonostante la buona volontà del Raggruppamento Nazionale, che potrebbe ribaltare la situazione in qualsiasi momento se decidesse di votare una mozione di censura con la sinistra, l’ex commissario europeo ha presentato ai deputati il ​​suo programma politico. Libe riassume le principali informazioni da ricordare dal suo discorso.

Fiscalità: “riduzione della spesa pubblica” e “contributo eccezionale” dei più ricchi

Michel Barnier ha rivelato la traiettoria delle finanze pubbliche che il suo governo intende rispettare. Confermando che quest’anno il deficit è sceso a oltre il 6% del prodotto interno lordo, intende riportarlo indietro “al 5%” l’anno prossimo, allora “sotto il 3% nel 2029”. Si tratta di una revisione completa delle previsioni precedenti, che prevedevano un deficit del 4,1% l’anno prossimo e del 3% dal 2027. “Siamo collettivamente su una linea di cresta”, con il“spada di Damocle” di a “debito finanziario colossale”, ha allertato il Primo Ministro.

“Il primo rimedio al debito è riducendo le spese» et “nel 2025, due terzi dello sforzo di ripresa proverranno da lì”, ha aggiunto, spiegando: “Significa rinunciare al denaro magico, all’illusione che tutto sia gratuito, alla tentazione di sovvenzionare tutto”. Verrà attivata anche la leva fiscale, oggetto di dissensi in seno alle macronie da diverse settimane. “Le nostre tasse sono tra le più alte del mondo” Di più “la situazione dei nostri conti oggi richiede uno sforzo limitato nel tempo che deve essere condiviso, in un’esigenza di giustizia fiscale”. Cioè una partecipazione richiesta “alle grandi aziende che realizzano profitti significativi”, così come“un contributo eccezionale ai francesi più fortunati”, ha annunciato Michel Barnier.

Riforma pensioni: previsti “aggiustamenti”.

Il Primo Ministro ha confermato di voler riaprire le consultazioni con sindacati e datori di lavoro sulla riforma delle pensioni del 2023, perché “Alcuni [de ses] limiti […] può essere corretto. “Le questioni del pensionamento progressivousura professionale, la parità tra donne e uomini in pensione merita di più dei licenziamenti”, precisa Michel Barnier, che sembra qui criticare il metodo dei governi precedenti, che non avevano prestato attenzione alle proposte sindacali su questi temi. A loro, così come ai datori di lavoro, verrà proposto “considerare adeguamenti ragionevoli ed equi alla legge”, aggiunge il primo ministro, che sembra escludere qualsiasi discussione sull’estensione dell’età legale a 64 anni.

La riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione, sospesa dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale a giugno, sembra invece sepolta per sempre. Implorando a “rinnovamento del dialogo sociale”, Michel Barnier restituirà il controllo agli attori sociali affinché possano negoziare “nelle prossime settimane sull’occupazione degli anziani e sul nostro sistema di indennità di disoccupazione”. Su quale base? Non lo specifica, ma le sue osservazioni lasciano intendere che esaudirà il desiderio dei datori di lavoro e di parte dei sindacati (CFDT e FO in particolare) di riprendere e completare l’accordo raggiunto nel novembre 2023 e che non aveva ottenuto l’approvazione del Parlamento. Governo portato.

Costo della vita: il salario minimo è aumentato due mesi prima del previsto

“Il lavoro deve pagare!” ha lanciato Michel Barnier. Come ? Innanzitutto con ciò che non è a “aumento” in senso stretto, ma pur sempre una rivalutazione anticipata del salario minimo: mentre vista l’inflazione, attualmente inferiore al 2%, il salario minimo non dovrebbe essere riadeguato prima di gennaio, il primo ministro annuncia che sarà rivalutato del 2% a partire dal 1° novembre. Oltre a ciò, Michel Barnier si impegna, come i suoi predecessori, ad agire affinché la professione si dirama “in cui i minimi sono inferiori al salario minimo” correggere questa situazione: “Ci penserà lo Stato”. Una promessa già fatta più volte, in particolare da Elisabeth Borne, che un anno fa aveva lanciato vaghe minacce, senza che queste avessero avuto seguito.

Ambiente: contro il “debito ecologico”, Michel Barnier difende il mix energetico

Come durante il passaggio di consegne con Gabriel Attal all’inizio di settembre, il Primo Ministro ha parlato del “debito ecologico”, che ha descritto come a “un’altra spada di Damocle”. “Possiamo e dobbiamo fare di più contro il cambiamento climatico” UN ha assicurato il primo ministro, che ricorda il suo passato da ministro dell’Ambiente. Con questo in mente, Michel Barnier annuncia il suo desiderio di continuare “decisamente lo sviluppo dell’energia nucleare, e in particolare dei nuovi reattori” ma anche quello “le energie rinnovabili misurandone meglio tutti gli impatti”, Ancora una volta si punta sull’energia eolica, come hanno già fatto Emmanuel Macron, Jordan Bardella o Marine Le Pen.

“La transizione ecologica deve essere una delle forze trainanti della nostra politica industriale, ha assicurato anche il primo ministro. Decarbonizzazione delle fabbriche, incentivazione dell’innovazione, creazione di nuove industrie in transizione, rafforzamento dei nostri settori del riciclo: ho sempre creduto in un’ecologia delle soluzioni”. A più di un anno dall’allentamento dell’obiettivo”zero artificializzazione netta» dei suoli (ZAN) per lottare contro la cementificazione dei terreni, Michel Barnier si è tuttavia detto favorevole a una nuova evoluzione di questo regolamento messo in atto per proteggere la biodiversità e lottare contro le conseguenze del riscaldamento globale.

La scuola è sempre una “priorità”

La scuola sarà a “priorità”, come durante il mandato di Gabriel Attal, ha dichiarato Michel Barnier. Una priorità come quella che il Primo Ministro propone per risolvere la perdita di attrattiva della professione docente, e quindi il problema della sostituzione, in particolare invitando “professori volontari in pensione, anche per sostenere i colleghi più giovani”. Se Michel Barnier ripetesse ancora una volta il suo desiderio “consolidare le conoscenze fondamentali”un tema caro alla destra, Michel Barnier non ha detto una parola al riguardo “scontro di conoscenze” difeso dall’ex ministro Gabriel Attal, né sul ritorno dell’autorità alla scuola, difeso ardentemente da Emmanuel Macron.

Fine vita: il conto ancora sul tavolo

Sospeso con lo scioglimento dell’Assemblea nazionale a fine primavera, il disegno di legge sul fine vita non è sepolto. “Riprenderemo il dialogo con voi […] all’inizio del prossimo anno”ha affermato Michel Barnier, che lo ha anche assicurato “Gli sforzi per sviluppare le cure palliative saranno rafforzati a partire dal 2025”.

Istituzioni: Barnier apre la strada al voto proporzionale

Dopo aver accennato ai bandi “più rappresentatività”, il Primo Ministro si è detto disponibile ad avviare nuove discussioni “senza ideologia” riguardante l’istituzione di a “voto proporzionale” per le elezioni legislative, richieste da tempo da diversi partiti politici, e in particolare da Modem e Raggruppamento Nazionale. Questo metodo di voto è “già attuato al Senato e nelle comunità e praticato in misura diversa, tra tanti nostri vicini”, ha insistito l’ex commissario europeo.

Frontiere: “Non abbiamo più un controllo soddisfacente sulla nostra politica migratoria”

“Non abbiamo più un controllo soddisfacente sulla nostra politica migratoria. La conseguenza è che non stiamo più raggiungendo in modo soddisfacente i nostri obiettivi di integrazione”ha affermato Michel Barnier, che durante le primarie di Les Républicains 2021 ha presentato un programma molto duro sul tema della migrazione. Il Primo Ministro promette, alla rinfusa, di farlo “facilitare la proroga eccezionale della detenzione degli stranieri in situazione irregolare”Di “ripristinare i controlli alle frontiere francesi” sul modello della Germania o addirittura “rendere più subordinata la concessione dei visti all’ottenimento dei lasciapassare consolari necessari per le deportazioni alla frontiera”. Inoltre non esclude “aprire un dialogo con i paesi interessati da accordi bilaterali conclusi da tempo” quando non corrispondono più “alle realtà di oggi”.

Sicurezza: forze dell’ordine “più presenti e più visibili”

Per quanto riguarda la sicurezza, Michel Barnier ha promesso impegni alla destra e all’estrema destra, che tengono sotto tiro il governo. Il Primo Ministro lo ha promesso “generalizzare il metodo esperto” durante i Giochi Olimpici e Paralimpici senza ulteriori dettagli. Ci saranno, annuncia, le forze dell’ordine “più presente e visibile negli spazi pubblici e nei villaggi della Francia”. L’ex commissario europeo si è espresso a favore di una politica penale più dura, con a “revisione delle condizioni per la concessione della sospensione condizionale della pena”UN “limitare le possibilità di revisione e aggiustamento delle sentenze” e la costruzione di nuovi luoghi di prigionia. “I risultati devono essere rapidi e concreti” chiese. Il Primo Ministro ha comunque sottolineato il suo attaccamento “lo stato di diritto”in risposta alle polemiche dichiarazioni pronunciate domenica dal ministro degli Interni Bruno Retailleau.

Nuova Caledonia: riforma elettorale sepolta, elezioni rinviate

Consapevole del “gravità eccezionale” della crisi che devasta la Nuova Caledonia da maggio, Michel Barnier ha annunciato che il progetto di riforma costituzionale che aveva incendiato le polveri alla fine non sarebbe stato realizzato “non presentato al Congresso.” Per quanto riguarda le elezioni provinciali, che avrebbero dovuto tenersi alla fine dell’anno solare, sono rinviate. Il primo ministro ha assicurato che lavorerà “personalmente” alla ricostruzione del territorio d’oltremare e alla ricerca di un consenso politico. UN “missione di consultazione” al quale parteciperanno i presidenti delle due Camere, Gérard Larcher e Yaël Braun-Pivet.

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