L’autore dell’aggressione davanti all’ex sede di “Charlie Hebdo” condannato a 30 anni di reclusione penale

L’autore dell’aggressione davanti all’ex sede di “Charlie Hebdo” condannato a 30 anni di reclusione penale
L’autore dell’aggressione davanti all’ex sede di “Charlie Hebdo” condannato a 30 anni di reclusione penale
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La polizia scientifica sul luogo dell’aggressione compiuta nei pressi degli ex uffici di “Charlie Hebdo”, a Parigi, il 25 settembre 2020. ALAIN JOCARD/AFP

È stato un processo molto insolito quello che si è concluso giovedì 23 gennaio davanti alla Corte d’assise speciale di Parigi. Quella di un attentato terroristico di nuova natura, volto a vendicare il Profeta secondo il codice penale vigente in un altro Paese, il Pakistan. Il 25 settembre 2020, un migrante di 23 anni della provincia del Punjab, Zaheer Mahmoud, ha tentato di uccidere con un elicottero due giovani che stavano fumando una sigaretta davanti all’ex sede di Charlie Hebdorue Nicolas-Appert, a Parigi, in risposta alla ripubblicazione delle caricature di Maometto da parte del giornale satirico.

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“Pensavo fosse la legge del Corano e del Pakistan”ha spiegato l’imputato alla sbarra per giustificare il suo atto, assicurando di aver preso coscienza dell’assurdità e dell’orrore del suo crimine solo in carcere. Al termine dei dibattiti, questo figlio di contadini, giunto in Francia nella speranza di trovare una vita migliore, è stato condannato a trent’anni di reclusione penale per tentato omicidio terroristico, accompagnato dalla interdizione definitiva del territorio.

I suoi cinque coimputati, giovani migranti senza istruzione, che come lui provenivano dai villaggi del Punjabi e che condividevano la sua indignazione e il suo desiderio di vendetta, sono stati condannati a pene da tre a tre dodici anni di reclusione penale per associazione a delinquere terroristica. Ad eccezione di due di loro, minorenni all’epoca dei fatti, a seguito della detenzione verranno tutti banditi dal Paese.

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Francia

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