Ambre, 19 anni, racconta l’inferno vissuto dalla sorella Amandine, lasciata morire di fame dalla madre

Ambre, 19 anni, racconta l’inferno vissuto dalla sorella Amandine, lasciata morire di fame dalla madre
Ambre, 19 anni, racconta l’inferno vissuto dalla sorella Amandine, lasciata morire di fame dalla madre
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Il 6 agosto 2020, giorno della sua morte per arresto cardiaco, nella casa di famiglia a Montblanc vicino a Béziers, la studentessa pesava solo 28 kg per 1,55 m. Al processo contro la madre, Sandrine Pissarra, processata per “atti di tortura o barbarie”, la sorella di Amandine ha descritto gli ultimi istanti dell’adolescente, morta di fame a 13 anni.

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È nata nel 2005, un anno prima di Amandine. Ambre oggi ha 19 anni e lavora in un bar della regione. Mercoledì 22 gennaio 2025 è stata interrogata come parte civile davanti alla Corte d’assise dell’Hérault a Montpellier dove sua madre Sandrine Pissarra, 54 anni, per atti di tortura o barbarie e il compagno di quest’ultimo Jean-Michel Cros, per aver non ha fatto nulla per prevenire i crimini.

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“Il 6 agosto 2020 mi alzo e vedo la mamma in preda al panico. Mi dice che Amandine è molto cattiva. Jean-Michel aiuta Amandine a salire le scale, poi la lavo sotto la doccia. Amandine stava cercando di parlarmi, ma non capivo”, dice la giovane donna con un flusso di mitragliatrice e senza apparente emozione.

“Poi l’ho vestita e l’ho messa sul letto. La mamma ha detto che sarebbe andata a prendere la macchina per portarla in ospedale. Amandine cominciò a schiumare alla bocca. Jean-Michel l’ha portata nella posizione laterale di sicurezza e ho detto: “lasciala andare, è morta”. Poi sono arrivati ​​i vigili del fuoco, era in arresto cardiaco. continua.

Amandine cominciò a schiumare alla bocca. Ho detto: “Lascia perdere, è morta”.

Ambra, sorella di Amandine

Davanti alla Corte d’Assise dell’Hérault

Sul banco degli imputati Sandrine Pissarra, che martedì ha ammesso per la prima volta i fatti di cui è accusata, approva questa storia: “Voglio ringraziarla, ha saputo raccontare cosa è realmente accaduto”.

“Non voglio che la gente pensi che Ambre stia mentendo. Ma quel giorno mi sono svegliato tardi e Amandine era già di sopra”, da parte sua sostiene Jean-Michel Cros, 49 anni.

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Poiché voleva a tutti i costi evitare che sua madre finisse in prigione, Ambre, 15 anni al momento della morte di Amandine, ammette di aver mentito molto, servendo agli investigatori la versione elaborata da Sandrine Pissarra di un’Amandine “ladra, ipocrita e vizioso”, affetto da disturbi alimentari e sicuramente morto “nel modo sbagliato”.

“In realtà, Amber ora spiega: non vedevamo spesso Amandine, che era sempre al piano di sotto, nel ripostiglio. da cui non è mai partita «Solo fare le pulizie, prima in maglietta, poi nuda, per evitare che rubi dall’armadietto degli snack».

Amandine, ancora punita, è stata costretta a farlo “crea linee” o restare “sul picchetto”le sue uniche attività, che Sandrine Pissarra, impegnata a lavorare a maglia in salotto, monitorava dal suo cellulare o tablet grazie alle telecamere. Quando il resto della famiglia uscì, “Mamma ha chiuso a chiave la porta”, Ambra spiega.

Suo fratello minore, Ethan, che ora ha 15 anni, era come Ambre responsabile della sorveglianza di Amandine: “Mi ha usato come guardia” spiega, chiamato a sua volta al banco dei testimoni.

“Mia madre sbatteva la testa di mia sorella contro il muro. Spesso era nuda mentre faceva le pulizie e quando lo faceva male la picchiava.

Ethan, fratello di Amandine

Davanti alla Corte d’Assise dell’Hérault

“Venivo colpito solo due o tre volte al mese. Per me era normale essere colpito. Amo ancora mia madre, ma non tanto quanto prima. Mia madre subirà la sua punizione, se la merita”.
“Amandine era mia sorella, non avevo molti contatti con lei, veniva spesso rinchiusa. Sapevo che non mangiava, quindi le ho dato da mangiare sotto la porta.

Dopo il 6 agosto mia madre fu come se si sentisse sollevata, come se Amandine non fosse mai esistita.

I due imputati, Sandrine Pissara e Jean-MIchel Cros, dovranno essere interrogati un’ultima volta giovedì, prima dell’atto d’accusa e delle memorie.

La sentenza è attesa venerdì 24 gennaio 2025.

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