“L’assenza del governo penalizza la sorveglianza epidemiologica, nuoce anche alla nostra salute”

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Inoltre, perché quest’anno l’influenza è così virulenta? Non è stata stabilita un’unica causa, ma emergono diversi fattori. In prima linea sono i minori di 15 anni, particolarmente colpiti dal virus A (H1N1). Questo virus, che domina ampiamente questa stagione, colpisce più duramente i giovani, probabilmente perché non sono mai stati esposti prima a ceppi simili.

Confronto del numero di consulti con il medico di medicina generale secondo gli anni. ©Sciensano
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Dal 1° ottobre 2024 tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico sono stati invitati ad applicare, su base volontaria, le disposizioni della legge sulla qualità dell’aria indoor.

Si osserva anche una cocircolazione più limitata del virus B/Victoria. Questa stagione influenzale è quindi caratterizzata da un’elevata percentuale di casi tra bambini e adolescenti, a differenza degli anni precedenti, dove le popolazioni anziane e vulnerabili erano le più colpite.

Altro elemento aggravante: copertura vaccinale insufficiente. In Belgio solo il 57,3% degli over 65 è vaccinato contro l’influenza, una percentuale ben lontana dall’obiettivo del 75%.

Sebbene il codice arancione resti in vigore, le misure per il momento si limitano a raccomandazioni. Si consiglia quindi alle persone sintomatiche di indossare una maschera nei luoghi affollati.

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Migliorare la qualità dell’aria

In Belgio, la lotta contro le infezioni respiratorie si basa anche sulla legge sulla “qualità dell’aria interna”, adottata il 6 novembre 2022. Questa legislazione mira a migliorare la qualità dell’aria negli spazi chiusi accessibili al pubblico, contribuendo così a limitare la diffusione di malattie respiratorie.

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Disponiamo di eccellenti sistemi di monitoraggio, ma i budget rimangono temporanei”

Mira inoltre a ridurre gli inquinanti presenti nell’aria interna, compresi gli aerosol che trasportano malattie. Si tratta di un approccio globale e strutturale per migliorare la qualità dell’aria interna nel suo insieme, non di un approccio specifico per una malattia come l’influenza. Una misura cruciale quando sappiamo che l’aria interna può essere fino a otto volte più inquinata dell’aria esterna. Da qui l’importanza di rinnovare l’aria interna e di creare correnti d’aria.

“Dal 1° ottobre 2024 tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico sono invitati ad applicare, su base volontaria, le disposizioni della legge sulla qualità dell’aria indoorindica l’ufficio del ministro Frank Vandenbroucke, ministro della Sanità. Queste misure, che comprendono l’installazione di sensori di CO2, l’analisi dei rischi e l’eventuale sviluppo di un piano d’azione, diventeranno gradualmente obbligatorie a partire dal 2027 per alcuni stabilimenti designati con regio decreto. L’obiettivo è estendere tale obbligo a tutte le località interessate entro la fine del 2037“.

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Dal 2027 sarà inoltre richiesta la certificazione e l’esposizione del marchio di qualità dell’aria, a partire dai luoghi individuati nel prossimo regio decreto. Per supportare questa transizione, viene messa a disposizione degli operatori una guida pratica e una fase pilota consentirà di adeguare il sistema di certificazione prima della sua implementazione obbligatoria.

“Il monitoraggio deve essere continuo”

Il rispetto di queste disposizioni sarà monitorato dai servizi ispettivi della legge sulla sanità pubblica e sul benessere sul lavoro. Attualmente tali controlli si concentrano sull’informazione e sulla sensibilizzazione, nell’ambito della fase volontaria. Le ispezioni diventeranno sistematiche man mano che si applicano gli obblighi, con frequenza continua durante tutto l’anno.

Il Belgio, nonostante i notevoli progressi nella sorveglianza epidemiologica, deve ancora affrontare una sfida importante: la sostenibilità dei sistemi messi in atto. Il virologo Steven Van Gucht mette in guardia dall’impatto dell’attuale blocco politico.

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“Il problema principale rimane ancora la sostenibilità di tutto ciò che abbiamo messo in atto. Ci sono risparmi ovunque e stiamo aspettando un nuovo governo. Abbiamo messo in atto eccellenti sistemi di sorveglianza, ma i bilanci restano temporaneispiega. Non è che i budget non ci siano, ma li stiamo aspettando. Abbiamo personale, ma dobbiamo dargli contratti temporanei perché i bilanci sono temporanei. E la sorveglianza è qualcosa di continuo, non può essere una tantum, proprio come il monitoraggio, l’applicazione di misure, ecc. insiste, pur riconoscendo che sono stati compiuti progressi, in particolare grazie all’istituzione del Programma di sorveglianza delle infezioni respiratorie, nonché alla legge sulla qualità dell’aria interna.

Misure troppo graduali?

Possiamo citare anche il Piano invernale che raccomanda diverse misure per prevenire la diffusione delle infezioni respiratorie: rigorosa igiene delle mani, con lavaggio con acqua e sapone o uso di gel idroalcolico; ventilazione regolare degli spazi interni per garantire aria fresca e limitare la concentrazione di CO2, in particolare negli ambienti chiusi; indossare maschere adeguate per evitare la trasmissione, soprattutto per le persone vulnerabili; e infine il distanziamento sociale, abbinato alla ventilazione, per ridurre i rischi in caso di diffusione tramite goccioline o aerosol.

I virologi Steven Van Gucht
Il Belgio, nonostante i notevoli progressi nella sorveglianza epidemiologica, resta di fronte a una grande sfida: la sostenibilità dei sistemi messi in atto, avverte Steven Van Gucht, virologo di Sciensano. ©Bernard Demoulin

Allo stesso tempo, la vaccinazione è fortemente raccomandata per i gruppi a rischio, come gli anziani, i soggetti con malattie croniche o anche le donne incinte, per proteggersi dalle comuni infezioni invernali come influenza, COVID-19 e pneumococchi.

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“Il piano di ventilazione è un sistema che altri paesi non hanno nemmeno sviluppato o hanno smesso di utilizzare. È un esempio che il Belgio può rivendicare con orgoglio”.

L’esperto resta comunque cauto. “La difficoltà è garantire la continuità, soprattutto con i cambiamenti politici e i governi che si succedono”.osserva, facendo eco all’incertezza che grava sui finanziamenti a lungo termine. La legislazione sulla ventilazione, sebbene lodevole, rimane “molto graduale” e potrebbe incontrare resistenze a causa di vincoli economici e sociali.

“Non si tratta di non avere i budget, ma di fare in modo che vengano allocati in modo strutturato e continuativo. Ci sono dei vincoli e anche le persone hanno paura dei vincoli. Capisco davvero la difficoltà, ma il fatto che abbiamo ancora una legislazione sulla ventilazione è già straordinario su scala globale”Le conclusioni di Van Gucht.

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