Se alcuni credevano che la Spagna avesse attraversato un certo periodo di depressione generazionale dopo il suo periodo d’oro 2008-2012, i recenti successi del paese iberico agli Europei, agli Europei U19 e ai Giochi Olimpici della scorsa estate hanno dimostrato che la scuola spagnola continua a produrre grandi talenti. Da Pau Cubarsi a Lamine Yamal, passando per Dean Huijsen e Samu Omorodion, solo per citarne alcuni, la Spagna ha un futuro brillante, almeno sulla carta. E se siete dei grandi lettori delle rubriche di calciomercato dei vari media europei, avrete sicuramente notato la comparsa un po’ improvvisa di un nome che molto spesso viene alla ribalta: Yeremay Hernández, chiamato semplicemente con il suo nome o con il soprannome Peke .
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All’età di 22 anni, non è più un adolescente, ma si sta affermando come uno dei giovani giocatori più talentuosi del paese. Proveniente dalla scuola delle Canarie, che ha prodotto grandi giocatori che brillano nella Liga come Pedri, Yeremi Pino o Alberto Moleiro, o prima ancora l’illustre David Silva, la stella del Deportivo de La Corogne sta vivendo una grande stagione nella D2 spagnola, club con cui è stato promosso la scorsa estate. In diciannove partite l’esterno ha segnato otto gol e fornito tre assist. Più che per le sue statistiche, è per il suo stile di gioco che ha attirato l’attenzione di Napoli, Milan e Chelsea, che hanno già fatto un’offerta alla mitica squadra galiziana.
Un palleggiatore eccezionale
Ha infatti questo profilo di giocatore che è praticamente scomparso nel calcio odierno, e che gioca come se fosse allo stadio cittadino del suo quartiere o del suo villaggio. È un eccellente dribblatore, capace di fare la differenza in piccoli spazi in modo molto spettacolare. La palla gli è attaccata al piede e soprattutto sentiamo che gioca soprattutto per divertirsi. Lontano dai profili a volte un po’ robotici che siamo abituati a vedere nel calcio attuale, con giocatori che giocano senza necessariamente correre troppi rischi per paura di fallire.
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Qualità tecniche e un baricentro molto basso (misura 1,69) che gli hanno permesso di segnare veri e propri golosi e di regalarci sequenze che hanno fatto il giro delle reti e delle televisioni spagnole. La nazionale iberica era addirittura, lo scorso ottobre, il miglior palleggiatore d’Europa in termini statistici. Un tempo fragile e non abbastanza forte fisicamente, il che forse spiega la sua esplosione un po’ tardiva per gli standard attuali, oggi è un giocatore differenziale che dovrebbe, la prossima stagione se non quest’inverno, vestire la casacca di un grande club europeo. Per il momento il Deportivo pretende l’importo della clausola rescissoria, 20 milioni di euro, ma in estate dovrebbe essere meno avido. Una bella vendetta per l’uomo che è passato dal settore giovanile del Real Madrid – è stato soprattutto compagno di squadra di Theo Zidane – ma che ha sbattuto la porta perché non si sentiva apprezzato lì…
Pub. IL 22/01/2025 20:16
– AGGIORNAMENTO 22/01/2025 22:40